Sembra ormai tristemente scontato che il bilancio del terremoto del 24 agosto 2016 supererà quello del 2009 a L'Aquila. Allora le vittime furono 309. Ma nel 2009 il sisma colpì una città di 73mila abitanti. Questa volta i morti provengono da due piccoli comuni del Lazio, Amatrice (2650 abitanti) e Accumoli (670) e dal comune marchigiano di Arquata del Tronto (1180 abitanti). Il borgo di Pescara, frazione di Arquata del Tronto, secondo i dati dell'ultimo censimento, ha 135 residenti, ma alcuni dicono meno di cento. Quindi in tutto circa 4500 abitanti. Poi c'erano villeggianti e vacanzieri. Quanti? Nessuno lo sa, perché la maggior parte occupava alloggi di proprietà o comunque privati. Qualcuno parla di "migliaia", ma appare una stima piuttosto azzardata.
Il tributo di vittime è altissimo: le cifre ufficiali diffuse oggi indicano già un morto ogni venti persone, ma sono destinate fatalmente ad aumentare. Ogni reduce avrà dei conoscenti, degli amici, dei familiari tra le vittime. Una autentica decimazione, un segno indelebile per queste ristrette comunità.
Il tributo di vittime è altissimo: le cifre ufficiali diffuse oggi indicano già un morto ogni venti persone, ma sono destinate fatalmente ad aumentare. Ogni reduce avrà dei conoscenti, degli amici, dei familiari tra le vittime. Una autentica decimazione, un segno indelebile per queste ristrette comunità.
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