Oggi è World Photography Day, la giornata mondiale della fotografia. Di questi tempi siamo sommersi dalle foto. Segno dei tempi, soprattutto conseguenza della trasformazione dei telefoni cellurari in fotocamere sempre più efficienti e sofisticate. Le immagini poi adesso si diffondono in tempo reale sui social network. Instagram ormai è quasi imprescindibile.
Noi fotografi del secolo scorso abbiamo ricordi struggenti. Il fascino misterioso della camera oscura, dove sviluppavi al buio i rullini in bianco e nero e ti macchiavi le dita di giallo con gli acidi. Poi le diapositive Kodachrome, che dovevi spedire al laboratorio di Milano per verdertele tornare in un pacchetto postale dopo un mese. E soprattutto il limite fisico dei rullini di pellicola, che erano da 12, 24 o 36 pose. Trentasei scatti. Quindi prima di fare un foto ci si pensava molto, perche ogni sbagliata era persa. Le immagini si centellinavano. Per non parlare dei rullini agganciati male e mai partiti. Ogni fotografo del Novecento sa di cosa parlo.
Oggi si sparano foto a raffica, siano fotocamere digitali, smartphone o altri aggeggi. Tra le tante qualcuna magari verrà anche bene. Forse sarà anche memorabile. Eppure la magia dello scatto fatale, la certezza di avere trovato l'istante, il soggetto e la tecnica giusta per raccontarlo resta un patrimonio del secolo scorso. Allora, per sapere se una foto era venuta come speravamo, servivano giorni, a volte settimane.
Buona giornata della fotografia a tutti. Le pellicole, che passione.
Noi fotografi del secolo scorso abbiamo ricordi struggenti. Il fascino misterioso della camera oscura, dove sviluppavi al buio i rullini in bianco e nero e ti macchiavi le dita di giallo con gli acidi. Poi le diapositive Kodachrome, che dovevi spedire al laboratorio di Milano per verdertele tornare in un pacchetto postale dopo un mese. E soprattutto il limite fisico dei rullini di pellicola, che erano da 12, 24 o 36 pose. Trentasei scatti. Quindi prima di fare un foto ci si pensava molto, perche ogni sbagliata era persa. Le immagini si centellinavano. Per non parlare dei rullini agganciati male e mai partiti. Ogni fotografo del Novecento sa di cosa parlo.
Oggi si sparano foto a raffica, siano fotocamere digitali, smartphone o altri aggeggi. Tra le tante qualcuna magari verrà anche bene. Forse sarà anche memorabile. Eppure la magia dello scatto fatale, la certezza di avere trovato l'istante, il soggetto e la tecnica giusta per raccontarlo resta un patrimonio del secolo scorso. Allora, per sapere se una foto era venuta come speravamo, servivano giorni, a volte settimane.
Buona giornata della fotografia a tutti. Le pellicole, che passione.
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