mercoledì 23 maggio 2018

Macedonia, cercasi nome disperatamente

Oggi a New York il ministro degli esteri greco Nikis Kotzias incontrerà il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. In agenda c'è l'annoso problema del nome della repubblica di Macedonia, indipendente dal 1991 dopo la divisione della Yugoslavia. La Macedonia fa parte delle Nazioni Unite dal 1993 ed è definita con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic Of Macedonia).
Da 25 anni la Grecia rifiuta l'ipotesi che la repubblica di Skopje possa chiamarsi Macedonia, nome della regione greca di Salonicco. Le Nazioni Unite nel 1999 hanno nominato un negoziatore, Matthew Nimetz, che da quasi venti anni lavora per trovare una soluzione. Lo scorso gennaio Nimetz ha proposto cinque possibili nomi per lo stato della ex Yugoslavia. I nomi erano Republika Nova Makedonija (Repubblica della Nuova Macedonia), Republika Severna Makedonija (Repubblica della Macedonia del Nord), Republika Gorna Makedonija (Repubblica della Macedonia Superiore), Republika Vardarska Makedonija (Repubblica di Vardar Macedonia) e Republika Makedonija Skopje.
Nessuno di questi sembra gradito al governo di Atene. Il premier Tsipras ha fatto delle aperture ma il leader della minoranza di governo, il populista di destra e ministro della difesa Kammenos, non sembra sentire ragioni. Anche l'ultima proposta di "Ilindenska Makedonija" è stata bocciata. Secondo Kammenos la repubblica di Skopje non può avere un nome composto in cui compaia la parola Macedonia.
Lo stallo pesa sul ruolo internazionale di FYROM, che si è candidata all'ingresso nell'Unione Europea e nella Nato, ma che non sarà riconosciuta fino a quando la Grecia, che fa parte di ambedue, non toglierà il suo veto. Lunedì scorso Angela Merkel ha telefonato ad Alexis Tsipras e al primo ministro macedone Zoran Zaev, sollecitando un accordo. Domani è previsto un incontro a tre tra il mediatore ONU Nimetz e i ministri degli esteri Kotzias (Grecia) e Dimitrov (Macedonia).
La regione geografica della Macedonia comprende anche parti di Bulgaria, Albania, Serbia e alcune piccole aree in Kosovo (mappa sotto).
Sostenibilitalia segue da tempo la questione. Altri post sono stato pubblicati lo scorso febbraio e nel novembre 2010.


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