sabato 24 novembre 2018

Freddie Mercury, gli anni '80 e l'AIDS

Oggi è il 24 novembre. Il 24 novembre 1991 moriva Freddie Mercury, per una polmonite causata dall'AIDS. Qui sopra la foto di una delle sue ultime apparizioni pubbliche, già molto provato. Questo post non è su Mercury, ma sull'AIDS. E su quel decennio fantastico e maledetto, gli anni '80. L'AIDS fu segnalata in USA nel 1981, due anni dopo, nel 1983, Gallo e Montaigner identificarono il virus HIV. Ma qui non parliamo di medicina.
Negli anni '80 io ero un ragazzo e ricordo bene la scossa dell'AIDS. Malattia che colpiva essenzialmente due categorie: i tossici e i gay. Oltre a una frazione di sfigati veri che la contrassero con le trasfusioni, come Isaac Asimov e Arthur Ashe. Allora di AIDS si moriva e anche in tempi rapidi. Freddie Mercury, Bruce Chatwin, Robert Mapplethorpe, Rudolf Nureyev, Denholm Elliott, Sylvester, Keith Haring, Fela Kuti, Anthony Perkins e tanti altri.
Ma noi che all'epoca eravamo ragazzi abbiamo visto morire amici e compagni di scuola. Non divi o personaggi, gente qualunque. Gente vicina o vicinissima sparita in silenzio, per colpa di quel decennio maledetto e meraviglioso.
Grazie alla ricerca scientifica oggi l'infezione da HIV non è più mortale, almeno in occidente. Da queste parti è stata derubricata a malattia cronica, tenuta a bada da farmaci e stili di vita. I sieropositivi possono avere una esistenza normale e una aspettativa di vita notevole.
Gli anni '80 però non si dimenticano, almeno per noi che li abbiamo vissuti. E per gli amici che abbiamo perso.

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