domenica 7 luglio 2019

Allargare l'Unione Europea? Per Macron è No

"Sono più che scettico nei confronti di coloro che sostengono che il futuro dell'Europa siano futuri allargamenti, visto che non siamo in grado di trovare un accordo tra 28 nazioni". Queste parole, pronunciate lunedì scorso da Emmanuel Macron dopo il primo fallito vertice sulle nomine europee, hanno gelato le speranze dei paesi balcanici che hanno chiesto l'ingresso nell'Unione Europea. Il fatto che i quattro di Visegrad (Polonia, Ungheria, Cekia e Slovacchia) con il supporto dell'Italia abbiano bloccato la prima proposta che vedeva Timmermans a capo della Commissione ha innervosito molto il presidente francese, che teme che l'ingresso di nuovi membri complichi ulteriormente le scelte politiche.
Montenegro e Serbia hanno già aperto ufficialmente i negoziati con Bruxelles, rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Albania e Nord Macedonia, dopo la richiesta di accesso, sperano in una decisione positiva dal Consiglio Europeo, decisione che era attesa entro giugno e che ora è stata promessa entro il prossimo ottobre, cioè prima della scadenza della Commissione Juncker. La Macedonia del Nord è candidata dal lontano 2005, ma la trattativa era stata interrotta fino alla risoluzione della disputa con la Grecia sul nome del paese. L'Albania si è formalmente candidata nel 2014. Bosnia e Kosovo sono ancora molto indietro.
Le parole di Macron sono state smentite dal Commissario all'Allargamento Johannes Hahn e da Angela Merkel in occasione del Western Balkans Summit che si è svolto giovedì e venerdì scorso a Poznan, in Polonia. "Condivido l'opinione di Macron sulla necessità di modificare le nostre procedure decisionali - ha detto Merkel - ma non credo che questa esigenza debba bloccare i negoziati per l'accesso". Aggiungendo anche: "Come sappiamo il processo di adesione dura molto a lungo, e abbiamo tutto il tempo di rivedere i nostri meccanismi".
Quanto peserà la posizione di Macron lo vedremo nei prossimi mesi. Per approvare l'apertura dei negoziati con paesi candidati serve l'unanimità del Consiglio Europeo. Sembra difficile che la Francia arrivi fino alla decisione drastica di porre il proprio veto, alla luce della posizione della Germania e di molti altri paesi europei, tra i quali tutto il blocco orientale con in testa la Polonia.
Il Summit di Poznan è stato l'evento annuale del Processo di Berlino, l'iniziativa diplomatica europea centrata sull'allargamento dell'Unione ai paesi dei Balcani. A Poznan erano presenti, oltre a Merkel, Theresa May e il primo ministro francese Edouard Philippe. L'Italia ancora una volta assente, malgrado la vicinanza e i rapporti di collaborazione con le nazioni balcaniche, con le quali il nostro paese collabora anche nell'ambito della Macroregione Adriatico-Ionica. Anche l'informazione nazionale ha seguito distrattamente l'evento di Poznan e le dichiarazioni di Macron.




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