giovedì 19 settembre 2019

I conti dell'Italia in Europa, quelli veri

La questione di quanto l'Italia contribuisce all'Unione Europea e di quanto riceve in fondi comunitari ritorna ciclicamente, rilanciata principalmente dagli euroscettici. Salvini ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia e anche il M5S ha insistito molto sul tema, almeno fino alla recente svolta europeista.
Il Parlamento Europeo pubblica una pagina dedicata, dove si possono esaminare i dati contabili di ogni singola nazione. Le cifre si riferiscono al 2017 e mostrano come l'Italia abbia versato alla UE 12 miliardi di Euro, oltre ad avere incassato 2.3 miliardi di dazi doganali per l'importazione di beni extra UE, che vengono trasferiti a Bruxelles nella misura dell'80 per cento. Sul fronte delle entrate invece l'Unione destina al nostro paese 9.8 miliardi di Euro. Di questi oltre la metà (50.36%) è destinato alle politiche agricole. Un sacco di soldi, ma la percentuale è in linea con la media europea del 49 per cento. Seguono i fondi strutturali e di coesione compresi nelle politiche regionali (16.66%) e i finanziamenti per competitività, ricerca e sviluppo (14.94%). In quest'ultima voce i finanziamenti più consistenti sono destinati al programma Horizon 2020 (800 milioni) e a Erasmus+ (200 milioni).

Il saldo negativo dei conti italiani in Europa è quindi di circa due miliardi, oltre alla partita di giro dei dazi doganali, denaro che incassiamo e trasferiamo a Bruxelles. Altri paesi contribuiscono al bilancio della UE molto più di noi: Germania (12,8 miliardi), Regno Unito (7,4 miliardi) e Francia (4,4 miliardi).
Queste cifre non tengono conto dei benefici dell'appartenenza all'area europea di libero scambio, che permette l'esportazione delle merci italiane in tutta Europa senza costi doganali.

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