Oggi si riunisce a Roma l'assemblea costituente del Partito Democratico per approvare il manifesto dei valori, il codice etico e lo statuto. I testi sono ancora oggetto di vivaci discussioni nelle commissioni, ma l'accelerazione dovuta alle elezioni (-57) non permette ulteriori rinvii. Probabilmente i documenti, lo statuto in particolare, saranno approvati con l'impegno di sottoporli a verifica e revisione entro un anno. Questo per evitare che gli insoddisfatti piantino troppe grane proprio adesso.
Gli statuti e le carte dei valori brillano nel cielo di chi li scrive. Servono a dare regole certe e principi fondanti, ma sono un esercizio generalmente introverso e poco interessante per la generalità dei militanti e dei potenziali elettori. Attraverso le regole si fissano percorsi e modalità ma non si conquistano voti. Le regole possono avere effetti surreali, come il fatto che negli organi di controllo del PD non si parla più di probiviri per salvaguardare la parità di genere.
Il PD nasce con l'ambizione di essere il primo partito, ma lo fa nel momento di minimo consenso del centrosinistra in Italia. Per sperare di vincere o perlomeno perdere dignitosamente le prossime elezioni il PD dovrà conquistare (in molti casi anche riconquistare) vasti consensi. Seguendo un percorso estetico il PD dovrà apparire attractive, che non vuol dire bello ma in grado di attrarre, invitante, seducente.
Questo W lo sa bene e da tempo utilizza linguaggi, strumenti e immagini innovative o almeno desuete: dallo sfondo pastorale di Spello al bus Euro 5 con cui girerà l'Italia presentato ieri (foto), con quelle dita intrecciate come ombre cinesi. A proposito: Veltrone sarà ad Ancona il 26 febbraio e dovrebbe parlare al Passetto con alle spalle l'Adriatico, altro sfondo evocativo.
L'estetica del PD non può che essere legata al nuovo, al non previsto, a slogan e riferimenti lontani dalla routine politica. Così ecco arrivare sempre ieri la notizia dei capilista trentenni, per sedurre l'elettorato giovane. Sono operazioni di marketing, spesso non così coerenti con regole e valori. Sono iniziative decise in fretta e con pochi amici fidati, lontano da commissioni etiche e statuti.
Solo l'estetica può salvare il Partito Democratico alle prossime elezioni. I saggi delle commissioni e i reduci dagli apparati DS e DL lo sanno bene, ma non è il loro terreno di caccia e questo li mette a disagio. Intanto oggi i costituenti approvano le regole, che finiranno nel solito cassetto.
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