Questo è un post atomico. In Italia oggi si parla molto di nucleare. Ne parla il programma elettorale del PDL, almeno secondo le anticipazioni. Il capoclasse Tremonti dice basta alle rinnovabili e rilancia l'opzione nucleare attraverso accordi con i Francesi. Ma ne parla anche il programma del PD (punto 5.4) dove si apre la via a un "nucleare di quarta generazione". Sarebbe interessante sapere se Roberto Della Seta è d'accordo.
Il nucleare seduce Tremonti, Brunetta e la destra in genere. Il capoclasse ripete spesso, con la consueta simpatia, la sua assoluta contrarietà ai "mulini a vento", ovvero all'energia eolica. Incomprensibile come la destra ignori gli impegni europei che ci impongono di triplicare entro il 2020 l'energia da fonti rinnovabili.
Stupisce la leggerezza con cui oggi in Italia si parla di energia nucleare, anche nel PD. Si insiste sul basso costo della produzione industriale di energia da fonte nucleare, ma si tralascia il fatto che costruire una centrale nucleare costa oggi non meno di 1,5 miliardi di Euro, più probabilmente due miliardi. Molte volte più delle centrali a gas e almeno il doppio di quelle a carbone. Inoltre il problema dello smaltimento delle scorie non è ancora risolto. Gli Stati Uniti hanno impiegato 20 anni e 10 miliardi di Euro per costruire un impianto di stoccaggio in Arizona che si è rivelato alla fine insicuro.
L'uranio poi non si trova scavando una buca. Attualmente le centrali nucleari del mondo producono 370 GW e consumano 67.000 tonnellate di uranio l'anno. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) le riserve conosciute garantiscono scorte solo fino al 2026 (i giacimenti più consistenti sono in Australia e Kazakhstan). Se ne potranno scoprire altri, ma incrementare il consumo di una materia prima che scarseggia non sembra un investimento per il futuro. Inoltre le centrali nucleari rappresentano ovviamente obiettivi sensibili per attacchi terroristici, ipotesi affatto remota di questi tempi.
Il capoclasse Tremonti può segnarmi sulla lavagna nella lista dei cattivi. Io continuo a preferire i mulini a vento.
Un altro fattore da considerare sono i lunghi tempi di realizzazione di una centrale nucleare e i problemi con le comunità locali.
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