Sembra proprio il momento di Renato Brunetta (58), forte del 60% dei consensi che gli assegnano gli ultimi sondaggi e orgoglioso di Titti (foto), con la quale si è presentato mano nella mano al ricevimento in Quirinale e che nell'intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera definisce la sua "fidanzata ufficiale".
Il picco improvviso di popolarità di Brunetta deriva dalla sua invettiva contro i "fannulloni" della pubblica amministrazione. Come ministro della funzione pubblica ha tutti i titoli per occuparsi della questione e mi auguro che la risolva rapidamente.
Brunetta però tracima dalle sue deleghe e vuole dire la sua anche sul tema nucleare, dichiarando che "già dalla prossima settimana il governo potrebbe varare il piano per la nostra libertà energetica".
Libertà energetica? Interessante, ma cosa vuol dire? Quattro centrali nucleari e niente di più. Secondo Brunetta, non smentito dal collega Scajola, il consiglio dei ministri potrebbe esprimersi per un ritorno al nucleare già mercoledì.
Quattro centrali nucleari non risolvono i problemi energetici dell'Italia e contribuirebbero solo in maniera minima al fabbisogno nazionale (vedi i post precedenti sotto la voce Clima e Kyoto). La "libertà energetica" dell'Italia passa attraverso una politica di investimenti strutturali, il coinvolgimento degli industriali e delle altre categorie produttive, una strategia nazionale per la mobilità sostenibile, la diffusione delle energie rinnovabili e il rispetto degli accordi siglati dall'Italia in sede europea. Quattro centrali nucleari, ammesso che si riesca a trovare il posto dove costruirle, costerebbero 30 miiardi di Euro e potrebbero entrare in funzione non prima del 2020. Il loro contributo alla "libertà energetica" nazionale saarebbe inferiore al 10%.
Concludo con una frivolezza, sperando che qualcuno vicino al ministro Brunetta legga questo post e possa ricordargli che la cravatta di un uomo non deve mai scendere oltre la cintura.
Titti, ci pensi tu?
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