Da oggi 1600 delegati di tutto il pianeta sono riuniti ad Accra, Ghana per discutere di cambiamenti climatici. L'incontro di Accra segue quelli di aprile a Bangkok e di giugno a Bonn, dove si è cercato di iniziare a costruire quanto deciso alla COP 13 di Bali del dicembre 2007.
Il percorso è tracciato, destinato a concludersi alla COP 15 di Copenhagen del 2009. Ma le insidie sono ancora molte, come ha ricordato il presidente del Ghana John Kufuor nel suo discorso di apertura. I paesi emergenti chiedono all'occidente sussidi per evitare la deforestazione, che sta divorando 30 milioni di ettari l'anno. Il presidente Kufuor ha chiesto che "miliardi di dollari" siano destinati ogni anno ai paesi sensibili della fascia equatoriale. Kuhuor ha ricordato come negli ultimi trenta anni le precipitazioni in Ghana siano calate del 20% mentre centinaia di Kmq di terreni fertili nell'alto bacino del Volta sono a rischio di inondazioni. Sul fronte opposto Stati Uniti e Giappone pretendono che i paesi in via di sviluppo prendano impegni concreti sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2.
I lavori di Accra dovranno definire le bozze dei documenti da sottoporre alla COP 14 di Poznan, Polonia, che si aprirà il 1 dicembre.
Il ministro danese per il clima e l'energia Connie Hedegaard ha ribadito come il traguardo condiviso dai paesi del G8 di dimezzare le emissioni entro il 2050 sia insufficiente se non saranno fissati obiettivi intermedi. Sui negoziati aleggia anche la crisi tra Russia e Georgia, che allontana Mosca dalle strategie internazionali. Non dimentichiamo che il protocollo di Kyoto è entrato in vigore solo grazie alla ratifica russa, che ha permesso di superare la quota minima globale prevista dal trattato.
Nessun commento:
Posta un commento