Sul suo blog Wittgenstein Luca Sofri racconta una esperienza comune a molti di noi: mettere dischi in una serara ballerina per amici. La descrizione della sua scaletta e degli effetti che procurava alla platea (abbastanza attempata, come accade sempre più spesso) rispecchia in larga misura quanto visto e sentito nei party di questa lunga estate. Eccetto che per il cosiddetto "riempipista", che secondo Luca è stato Charlie fa surf dei Baustelle, primo singolo pubblicato lo scorso gennaio dal gruppo di Montepulciano per promuovere l'album Amen (copertina qui sopra).
I Baustelle li seguo e rispetto dai tempi de La moda del lento e ho comprato qualche mese fa anche Amen. Ma, siccome ad una certa età i dischi è più facile comprarli che ascoltarli, stasera in macchina ho risentito un paio di volte Charlie fa surf ad alto volume, per verificare.
Secondo me Sofri ha torto, o meglio hanno torto i suoi amici festaioli: il pezzo non è un riempipista, nè mai lo sarà. Si fa riconoscere e magari cantare perché ha girato parecchio in alta rotazione nelle radio e su MTV, ma il riff è solo così così e soprattutto il pezzo non batte, insomma non ha beat. Assomiglia piuttosto a una cantilena, carina ma ballabile solo con tassi alcoolici da ritiro di patente.
Baustelle non sono peggio di gran parte della musica che si ascolta nei locali e nelle radio.
RispondiEliminaVogliamo parlare di Subsonica?