Sul Corriere della Sera Sergio Rizzo intervista il ministro alle attività produttive Claudio Scajola, il quale sostiene la teoria che sui temi dell'energia "decide lo stato".
Concertazione, coinvolgimento dei portatori di interessi, processi partecipati con i cittadini? Non se ne parla. Anzi, il ministro sostiene la necessità dell'emendamento presentato al disegno di legge 1141 (quello della manovra) che abolisce l'autorità indipendente per l'energia, guidata oggi da Alessandro Ortis, sostituendola con un organismo di integrale nomina governativa.
Se l'emendamento sarà approvato tutta la politica energetica italiana sarà decisa dal governo, senza che il parlamento possa interloquire. L'emendamento proposto infatti cancella il parere vincolante delle commissioni parlamentari a maggioranza di due terzi previsto dalla legge che istituiva l'autorità indipendente. Nel nuovo testo basterà una maggioranza semplice e il parere delle commissioni sarà solo consultivo. Il governo avrà mani libere e tra le altre cose potrà anche decidere il sovraprezzo dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Il ministro dell'ambiente Prestigiacomo non commenta e continua la sua imbarazzante latitanza dai temi cruciali.
Ma la cosa secondo me più interessante e rivelatrice è che il pacchetto di modifiche sostenuto da Scajola contiene una norma che sposta al 30 giugno 2009 i termini per la localizzazione delle nuove strombazzate centrali nucleari e dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive, che Berlù, Scajola e il capoclasse Tremonti avevano trionfalmente annunciato per fine 2008.
Questo permetterà al governo della destra di rinviare le spinose e impopolari scelte atomiche a dopo la scadenza delle elezioni amministrative ed europee.
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