Nel documento della Commissione Europea per il rilancio dell'economia (testo in inglese) il capitolo più interessante è sicuramente quello dedicato alle imprese.
Barroso & Co. dichiarano che "ogni tipo di sussidio statale dovrebbe essere destinato al raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona ovvero ricerca, innovazione, formazione, protezione dell'ambiente e in particolare tecnologie pulite ed efficienza nei trasporti e nell'energia". Non mi sembra che siano queste le priorità della manovra economica del governo italiano.
Sempre per facilitare le imprese si chiede di "assicurare che in tutta Europa sia possibile aprire una nuova impresa in tre giorni e a costo zero e che le formalità per l'assunzione del primo dipendente possano essere completate ad un solo sportello".
Si raccomanda inoltre di "assicurare che gli enti pubblici liquidino le fatture per beni e servizi, comprese quelle delle PMI, entro un mese dalla data di emissione ed accettino la validità di fatture elettroniche, che da sole sarebbero in grado di produrre un risparmio fino a 18 miliardi di Euro".
In Italia queste raccomandazioni non hanno fatto notizia, e non è una sorpresa. Il meccanismo della dilazione dei pagamenti, particolarmente in questa fase di riduzione dei trasferimenti statali, è quello che permette agli enti locali di sopravvivere. Del resto noi vivamo da decenni in un regime obbligato di "pagherò", di tratte e fatture scontate in banca, di scadenze che una volta erano di 90 giorni e oggi va bene se sono 180. Va detto che le stesse PMI sono le prime ad utilizzare il sistema, ormai metabolizzato ad ogni livello.
Il governo della destra la sua proposta l'ha fatta: pagare l'IVA al momento dell'incasso anziché all'emissione della fattura. In pratica una resa incondizionata allo stato delle cose.
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