Il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso e il commissario per l'energia Andris Piebalgs (foto) hanno presentato il piano dell'Europa per la sicurezza e la solidarietà energetica.
Il piano propone alcune azioni prioritarie per rendere l'Europa più indipendente e sostenibile nel cruciale settore dell'energia. Il presidente Barroso ha spiegato che il piano, che prevede investimenti di almeno duemila miliardi di euro entro il 2030, renderà la politica energetica europea "sicura, sostenibile e competitiva".
Ricordando che il costo dell'energia è cresciuto del 15% solo nel 2008, Barroso ha rimarcato la necessità di diversificare le forniture. Oggi l'Europa importa il 61% dell'energia (sarà il 70% entro il 2020), principalmente dalla Russia, che ci fornisce il 42% del gas, un terzo del petrolio e un quarto del carbone.
Le azioni prioritarie per evitare eccessive dipendenze comprendono l'allaccio delle repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) alla rete energetica europea, mentre oggi dipendono dalle forniture russe. La costruzione di gasdotti meridionali che siano in grado di raggiungere l'Europa dal Medio Oriente e dal Mar Caspio. La creazione di una rete energetica mediterranea che porti nel nostro continente i giacimenti di gas naturale e l'energia prodotta dalle nuove centrali solari del nord Africa.
Tutto questo stettamente connesso con il pacchetto clima 20+20+20 che la Commissione intende approvare entro il 2008 e che, secondo Barroso, ridurrà la dipendenza energetica dell'Europa di un quarto. Per il presidente non si può ripetere l'errore fatto con la crisi finanziaria, ovvero intervenire in ritardo. E sarebbe ''sbagliato'' rivedere le ambizioni europee a causa del tracollo dei mercati, perché è proprio ora che si deve ''aumentare il nostro impegno'' e indirizzare le industrie verso politiche di approvvigionamento eco-compatibili. ''Se gli stati membri vogliono un sostegno per le industrie non devono ricorrere a vecchi sistemi ma seguire il tracciato europeo e guardare alle fonti rinnovabili'', ha sottolineato. Barroso non ha escluso che le misure 'verdi', ''motore dell'Europa'', potrebbero essere anche incentivate da aiuti comunitari a settori come quello automobilistico, il più recalcitrante verso l'orizzonte ecologico.
Berlusconi e il governo italiano sono avvertiti.
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