Il Financial Times e Forum for the Future hanno indetto "La sfida dei cambiamenti climatici", un concorso a cui partecipare con soluzioni innovative sul tema. Sponsorizzato da Hewlett-Packard il concorso offriva un primo premio di 75.000 dollari da destinare alla migliore idea. Le proposte presentate sono state circa trecento, tra le quali dopo successive selezioni sono state scelte cinque finaliste, che hanno affrontato la valutazione di una giuria e il voto popolare. Il vincitore è stato proclamato ieri ed è stato scelto a furor di popolo, visto che la giuria aveva scelto un'altro progetto.
Ha vinto l'idea di una cucina solare chiamata Kyoto Box (foto) destinata ai paesi in via di sviluppo, particolarmente a quelli africani. In Africa si cucina molto spesso con fuochi di legna, anche in interno. La legna bruciata produce micidiali quantità di PM10 e le capanne|case dell'Africa equatoriale non hanno cappe o ventole, il particolato resta nell'ambiente. La cucina solare Kyoto Box è composta di due scatole di cartone ed è in grado di far bollire l'acqua solo con l'energia solare. Costa pochissimo (cinque dollari) e secondo i suoi ideatori permetterebbe di risparmiare due tonnellate di CO2 l'anno per famiglia.
Devo dire che non mi sembra un progetto così straordinario. Da anni nei congressi sono in mostra vari modelli di "cucine solari" che faticano a trovare spazio nella cultura africana, legata ai metodi tradizionali. Magari questa volta le cose cambieranno, visto che Kyoto Box è stata messa in produzione da una azienda di Nairobi in grado di sfornarne due milioni e mezzo al mese.
La speranza dell'ideatore Jon Bøhmer è che l'aggeggio possa essere utilizzato per ottenere crediti di carbonio secondo i principi del protocollo di Kyoto, da cui il nome.
La giuria aveva scelto un altro progetto, assai più complesso. Una sorta di gigantesco forno a microonde progettato in Nuova Zelanda che trasforma le biomasse in carbone "catturando" il CO2.
Un altro dei cinque finalisti era un additivo a base di aglio per la dieta dei ruminanti, in grado di ridurre del 94% le loro pere di metano. Come gas serra il metano è 22 volte più potente del CO2. Sostenibilitalia si è occupato in passato del problema delle pere al metano dei ruminanti, che secondo stime attendibili contribuiscono al 18/20% delle emissioni di gas serra.
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