Giornata molto intensa oggi alla COP-15 di Copenhagen, complicata dall'inizio del High Level Segment con l'arrivo dei primi capi di stato, dei loro staff e di molte personalità. Si sono visti il sindaco di New York Michael Bloomberg (nella foto con il sindaco di Copenhagen Ritt Bjerregaard) e quello di Londra Boris Johnson, insieme a molti altri primi cittadini che partecipano a un incontro del C40 che però si svolge in città e non nel recinto della COP. Dovrebbero esserci anche Moratti e Alemanno per Milano e Roma.
Oggi alla COP sono passati anche Arnold Schwarzenegger e Al Gore e alle 17:30 il segretario generale ONU Ban Ki-Moon e il primo ministro danese hanno aperto formalmente la tre giorni dedicata agli interventi dei capi di stato (130 sono annunciati, tra i primi ad arrivare Robert Mugabe). Nella cerimonia anche un lungo intervento del Principe Carlo che ho fatto fatica a seguire.
Intanto i negoziati proseguono a strappi. Connie Hedegaard, che presiede il summit, ha detto che "è il momento dei compromessi" ma l'aria non sembra quella. Il nuovo gruppo informale chiamato BASIC (Brasile, Sud Africa, India e Cina) ha detto di avere pronto un testo di accordo che presenterà "solo se i paesi industrializzati ne presenteranno un altro".
Al Gore ha chiesto che dopo Copenhagen si anticipi la prossima COP a luglio (la sede designata è Citta del Messico). C'erano molte aspettative su una conferenza stampa di Todd Stern, capo negoziatore USA, che è stata poi annullata.
Nel frattempo Climate Interactive ha elaborato una proiezione basata sulla bozza di accordo in circolazione. Ne risulterebbe un aumento della temperatura del pianeta di 3.9° al 2100, quasi il doppio rispetto ai 2° ritenuti la soglia massima di sicurezza.
I gruppi tecnici questa sera finiscono il loro lavoro e si parte con la frenetica negoziazione politica. I due principali nodi da sciogliere restano gli obiettivi di riduzione delle emissioni, con particolare riguardo al rapporto tra paesi industrializzati e in via di sviluppo, e la quantificazione degli aiuti economici per i paesi più poveri.
"Dopo tre anni di lavoro mancano solo tre giorni, non fermiamoci proprio sul sentiero che porta a casa" - ha detto stasera Ban Ki-moon.
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