I negoziati ONU sul clima di Bonn si sono conclusi venerdì sera, in tempoi perché i delegati potessero vedere l'avvio dei mondiali di calcio, come aveva espressamente richiesto la delegazione del Sud Africa. Per rafforzare la richiesta i Sudafricani avevano offerto a Yvo de Boer una maglia della loro nazionale e il segretario uscente, ormai incurante di ogni protocollo, l'aveva subito indossata (foto).
La sessione di Bonn rappresentava la prima vera occasione per discutere nuovamente nel merito del clima del pianeta dopo Copenhagen. L'attesa era notevole, anche se l'attenzione mediatica senza la presenza di Obama, Wen Jibao e gli altri grandi della terra è stata minima. I delegati sono sembrati molto felici di essere tornati i protagonisti, restaurando il classico clima negoziale che la "tempesta politica" di Copenhagen aveva spazzato via. Il clima generale, alla fine, sembra di moderato ottimismo, come dimostra il comunicato stampa ufficiale.
Le criticità sono ancora tutte sul tavolo, particolarmente l'ingresso degli USA (che non hanno mai sottoscritto il protocollo di Kyoto) e l'atteggiamento dei paesi emergenti, particolarmente del gruppo Cina-India-Brasile-Sud Africa. Ma la questione più importante la aveva già messa sul tavolo nel suo discorso di addio Yvo de Boer: dove finisce la valutazione tecnica e dove comincia la decisione politica? Sotto questo aspetto la COP-15 di Copenhagen è stata un disastro e l'obiettivo minimo per Cancun è quello di non ripetere l'errore.
Senza entrare troppo nel tecnico, i due gruppi di lavoro permanenti insediati nel 2007 a Bali hanno prodotto discreti risultati, ma secondo alcuni dovrebbero in qualche modo trovare una convergenza in sessioni comuni, altrimenti l'ipotesi di un accordo globale sembra poco praticabile. Ma visto che uno dei due gruppi si occupa degli impegni dei paesi ricchi sottoscrittoridi Kyoto (il cosiddetto "allegato 1"), gli Stati Uniti non gradiscono, visto che con il protocollo di Kyoto non hanno mai avuto rapporti, nemmeno clandestini. Insomma, ancora molto deve essere chiarito prima che dalle bozze di documento fatte circolare a Bonn si riesca far sparire i brackets, le parentesi quadre che, nel linguaggio diplomatico, includono le parti di testo non ancora condivise. Il prossimo passo sarà una nuova stesura dei testi negoziali, che sarà diffusa dalla UNFCCC prima della prossima sessione, convocata sempre a Bonn dal 2 al 6 agosto.
Sul fronte della politica invece i grandi del pianeta si vedranno al G-20 di Toronto il 26 e 27 giugno. Il tema della sessione di Toronto sono gli strumenti per promuovere una stabilità finanziaria e per raggiungere una crescita economica e uno sviluppo sostenibili. Vedremo cosa riuscirà a dire nell'occasione Berlù.