Sarà Vero? La notizia per ora è stata lanciata solo dal Secolo XIX di Genova, secondo il quale la catena di caffetterie americane Starbucks avrebbe in programma l'apertura di un punto vendita a Milano entro l'anno e uno a Roma nel 2011.
Di per sé non ci sarebbe nulla di strano, tutte le multinazionali hanno trovato appetibile il nostro mercato. Ma Starbucks, approdata da tempo in quasi tutta Europa, aveva scelto di evitare il mercato italiano. Da noi il caffé costa troppo poco e la gente preferisce berlo in piedi e in fretta, al banco. Esattamente il contrario della liturgia Starbucks, dove dopo lunghe file alla cassa si finisce per forza (non c'è bancone) seduti a dei tavolini con tazze di carta piene di infusi costosissimi e di dubbia qualità.
Riguardo alla rinuncia al mercato italiano il fondatore Howard Schulz aveva dichiarato nel 2007 che "la scelta deriva da motivazioni di umiltà e rispetto".Come scrissi allora, mi auguro che chi vuole un Frappuccino o un Grande Decaf Caramel Macchiato servito in un bicchiere di carta da mezzo litro debba continuare ad andare a New York, o perlomeno a Parigi.
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