"Se non si uscirà da Cancun con un accordo non sarà solo il tavolo sul clima a saltare, ma tutto il processo decisionale delle Nazioni Unite. Dopo il fallimento del WTO l'istituzione dell'ONU è già sta messa in discussione, una seconda rottura la annienterebbe". Questo mi sussurra un negoziatore stagionato sul bus che porta a Cancunmesse. Già, ma se si demolisce la "cupola" ONU con cosa la si può sostituire? Con il G20? "Improbabile - replica il mio amico - strutture come il G20 non possono decidere per tutto il pianeta".
Intanto, per scongiurare gli esiti peggiori, la presidente della COP e ministra del Messico Patricia Espinosa (foto) ha convocato per oggi i circa 60 ministri già arrivati a Cancun. Non sarà solo un saluto formale. Espinosa chiederà loro di fare tutto il possibile per raggiungere un accordo, il famoso balanced package di cui tutti parlano ma che sembra ancora lontano. I ministri arrivati a Cancun sabato avevano già avuto modo di ascoltare la presidente Espinosa nel corso di una cena informale.
A chi le chiedeva se l'incontro con i ministri prevede anche la redazione di un testo negoziale, Espinosa ha risposto che il testo sarà comunque discusso nei gruppi di lavoro e approvato nelle sessioni plenarie, ma potrà avvalersi delle "indicazioni dei ministri." Da parte di tutti, memori dell'insuccesso di Copenhagen dovuto in buona parte al mancato rispetto delle regole procedurali, c'è estrema cautela nel rispettare i tempi e le strutture della COP.
Intanto Margaret Mukahanana-Sangarwe (Zikmbabwe), che presiede il gruppo di lavoro sulla cooperazione a lungo termine (AWG-LCA), ha diffuso l'atteso nuovo testo negoziale. Il gruppo AWG-LCA, per i non addetti, è quello in cui si discutono le azioni e gli impegni di tutte le nazioni, anche dei paesi che non sono compresi nel protocollo di Kyoto. Il testo ha provocato molte reazioni interessanti, di cui racconterò nel post conclusivo di fine giornata.
Nessun commento:
Posta un commento