L'ingresso della Croazia in Europa è ancora rimandato. L'ultima previsione parla del 2013 "se tutto andrà bene", con la possibilità di uno slittamento fino al 2014. La previsione è di Hannes Swodoba, eurodeputato socialista austriaco incaricato di riferire al parlamento europeo sul progresso dei negoziati. La presidenza di turno UE dell'Ungheria ha confermato pochi giorni fa il suo impegno per concludere i negoziati con la Croazia entro il suo mandato (giugno 2011). Alcune questioni centrali però non sono ancora risolte, come la corruzione, la riforma della pubblica amministrazione, il libero mercato e il ritorno dei profughi della guerra del 1991-1995.
La Croazia ha chiuso 26 dei protocolli negoziali, ma nove restano ancora aperti. I più complessi sembrano quelli dei diritti fondamentali e giudiziari e del libero mercato. Su quest'ultimo tema il problema fondamentale resta quello dei cantieri navali, in grave crisi e alla ricerca di investitori privati. Jadranska Ulaganja, un tour operator di Zagabria, ha offerto una kuna (13 Eurocent) per acquistare i cantieri di Rijeka, che nel 2009 hanno perso 61 milioni di Euro. Il più grande cantiere navale del paese, la Brodosplit di Spalato, è in attesa di un'offerta, che pare possa arrivare dalla DIV, una fabbrica di carbone.
La premier croata Jadranka Kosor ha dichiarato la sua fiducia nel fatto che la Croazia concluderà i negoziati entro marzo per ottenere entro giugno 2011 una data certa di ingresso nell'Unione Europea. Dopo la chiusura dei negoziati l'adesione deve essere ratificata da tutti i 27 paesi membri e l'Olanda ha già manifestato le sue riserve. La Croazia paga in qualche modo l'annessione di Bulgaria e Romania, che a posteriori molti hanno giudicato troppo rapida. Ad oggi l'ingresso per il 2013 non sembra certo, ma il 2014 resta l'obiettivo finale, per permettere al paese di partecipare alle elezioni europee in programma lo stesso anno.
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