La Francia, prima in Europa, riconosce il governo ribelle libico di Bengasi. Sarkozy e il premier inglese Cameron scrivono una lettera al presidente dell'Unione Europea Herman Van Rompuy in cui ribadiscono il loro "sostegno alla volontà della popolazione della Libia di scegliere i propri leader e il proprio ordinamento politico". Nella durissima lettera non si esclude la istituzione di una no-fly zone o di "altre opzioni" per impedire attacchi aerei sulla popolazione.
Il cosiddetto ministro degli esteri Frattini ha subito preso le distanze sottolineando che l'eventuale riconoscimento di un paese è "una cosa seria" e non "un giochino", e che va fatto "dall'Ue tutta insieme" e non dagli Stati membri in ordine sparso. Per Frattini, "parlare di riconoscimento oggi è qualcosa di assolutamente estemporaneo: sarà l'Europa a prendere la decisione politica, e prima o poi avverrà".
Vedremo cosa altro dirà il presunto ministro dopo il vertice UE di domani.
Frattini in compenso ha annunciato che l'Italia riaprirà il proprio consolato a Bengasi, chiuso da cinque anni. Evviva.
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