Nella foto c'è Timo Soini, leader del partito dei "Veri Finlandesi" che nelle elezioni politiche del 18 aprile ha conquistato il 19% dei voti. Nel 2007 aveva avuto il 4.1%.
Elezioni tiratissime. Vincono i conservatori del ministro uscente delle finanze Jyrkki Katainen con il 20.1%, poi c'è l'opposizione socialdemocratica con il 19.1%, un decimale appena sopra i "Veri Finlandesi". Il partito centrista della premier uscente Mari Kiviniemi si ferma al 15.8% e si chiama subito fuori dal governo.
I "Veri Finlandesi" hanno criticato pesanremente le iniziative europee di sostegno a Grecia e Irlanda. Anche i socialdemocratici in campagna elettorale hanno assunto un atteggiamento euroscettico. Il vincitore Katainen ha subito ribadito che la Finlandia è "un paese responsabile dell'Unione Europea" e che è disposto a collaborare solo con chi sostiene gli strumenti di difesa dell'Euro. Molti osservatori politici sostengono che la formidabile ascesa dei "Veri Finlandesi" non può escluderli da una coalizione di governo, che secondo la tradizione dovrà essere guidato dal leader del partito di maggioranza, Katainen. Il nuovo parlamento si insedierà il 26 aprile.
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