domenica 5 giugno 2011

Le elezioni di oggi in Europa

In Italia la notizia della domenica è un portiere di quarta serie che vende le partite, mentre un dentista e un ex bomber le comprano. La seconda notizia è che il papa cattolico dice che il problema principale è la secolarizzazione. C'est a dire non cedere "a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sstitutiva del matrimonio". Sarà.
Oggi in Europa ci sono due elezioni, che nella nostra provinciale italietta fanno poco notizia. Eppure almeno le elezioni in Portogallo dovrebbero interessarci. Lisbona è in Europa con noi e la grave situazione economica del paese avrà ripercussioni importanti sull'economia comunitaria. Quelle portoghesi sono elezioni anticipate, perché il premier socialista José Sócrates si è dimesso a marzo. Il suo avversario, il conservatore Pedro Passos Coelho, è dato per favorito. C'è anche un terzo candidato, Paulo Portas, accreditato di almeno il 10 per cento. Quindi non ci sarà una maggioranza assoluta e il candidatore vincitore dovrà formare una coalizione in grado di rispondere con efficacia alla crisi economica. Il piano di risanamento imposto da Bruxelles prevede una riduzione della spesa pubblica del 3.5% del PIL per i prossimi due anni, con la previsione di una economia in recessione del 2%. Per chiunque andrà al governo saranno lacrime e sangue.
Voto anticipato anche in Macedonia, causato dalle dimissioni dal parlamento del partito socialista di opposizione SDSM per protesta contro la chiusura di una stazione TV. Il premier uscente Nikola Gruevski dovrebbe spuntarla di nuovo, ma con un margine ridotto che obbligherà anche lui ad un governo di coalizione, probabilmente con la minoranza albanese.
La Macedonia, che ha iniziato il percorso per l'ingresso nell'Unione Europea, ha un tasso di disoccupazione del 32%. L'opposizione accusa Gruevski di avere trascurato il problema del lavoro e dello sviluppo economico investendo risorse in iniziative patriottiche e di facciata, come un maestoso monumento di 22 metri dedicato ad Alessandro Magno nella piazza centrale della capitale Skopje. Scelte discutibili per un paese povero e molto sgradite alla vicina Grecia, che ha sempre posto il veto al fatto che il paese si chiami Macedonia, nome che Atene assegna alla regione greca di Salonicco. La Macedonia indipendente, di fronte al veto greco, viene denominata all'ONU e negli altri consessi internazionali come FYROM, Former Yugoslavian Republic of Macedonia.

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