Ieri, ultimo giorno del semestre di presidenza ungherese della UE, la Croazia ha formalmente chiuso gli ultimi quattro protocolli negoziali per l'ingresso nell'Unione. I quattro temi ancora da definire riguardavano la concorrenza, i diritti giuridici, le strutture finanziarie e di bilancio e l'omnicomprensivo "tutti gli altri temi".
A Bruxelles c'era il ministro degli esteri croato Gordan Jandroković, che ha celebrato l'evento assieme al suo collega ungherese János Martonyi e al commissario all'allargamento Štefan Füle. L'Ungheria aveva messo l'annessione della Croazia tra i temi prioritari della sua presidenza ed è riuscita a mantenere l'impegno, seppure all'ultimo giorno.
Il Consiglio Europeo del 23-24 giugno aveva dato il via libera per l'ingresso della Croazia, che ora dovrà essere formalizzato con la ratifica del trattato di adesione, prevista entro la fine dell'anno. Entro un mese dalla firma del trattato la Croazia dovrà indire un referendum consultivo popolare. Il trattato dovrà poi essere ratificato da tutti i 27 membri dell'Unione Europea. Se non ci saranno imprevisti e ostacoli l'ingresso formale della Croazia in Europa è previsto per il 1 luglio 2013. Il comunicato stampa ufficiale chiarisce che su alcune questioni l'Europa vigilerà per verificare l'efficacia delle riforme.
Per l'Italia si tratta di una occasione importante, perché significa l'apertura delle frontiere tra le due sponde dell'Adriatico da sempre divise e le grandi potenzialità di crescita che possono derivare da nuove sinergie. Speriamo che il nostro governo se ne renda conto.
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