giovedì 9 febbraio 2012

La tradizione applicata al Corviale

Un surfing di routine sui siti di urbanesimo e mi imbatto nel Consiglio Internazionale per la Reallizzazione di Città Vivibili (Making Cities Livable) fondato in USA nel 1985 che terrà la prossima conferenza in maggio a Portland. Non conosco l'associazione, ma scopro che consegnerà il premio 2012 per la progettazione urbana a un architetto italiano, Ettore Maria Mazzola. L'encomio viene assegnato per una proposta di trasformazione della famigerata area del Corviale a Roma, che secondo molti rappresenta il simbolo del degrado delle periferie urbane d'Italia.
Chi è questo Mazzola? Faccio un po' di ricerche e scopro che è di Barletta, insegna a Roma nei corsi fuori sede di due università americane ed è vicepresidente del gruppo Salìngaros, una associazione che si occupa di rigenerazione urbana. Trovo anche il progetto del nuovo Corviale, che del resto l'architetto Mazzola espone anche nella sua pagina facebook. Il progetto vorrebbe demolire progressivamente le stecche del Corviale spostando i residenti in nuove case organizzate secondo un tessuto compatto new urban con tanto di municipio e cattedrale in stile d'epoca.
C'è anche una videointervista di Mazzola, che si definisce un sostenitore della "architettura tradizionale" e racconta il suo progetto, che non ha committente ma "è stato segnalato al Comune di Roma dall'On. Buontempo". Nell'intervista Mazzola si definisce un incompreso e se la prende, tra le altre cose, con il Maxxi.

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