La settimana aggiuntiva di negoziati informal informal alle Nazioni Unite sulla risoluzione di Rio+20 si è conclusa con qualche progresso. Non decisivo, però.
La prima bozza di documento per Rio+20, nota come Zero Draft, era uno stringato testo di 19 cartelle pubblicato il 10 gennaio 2012. Ulteriori aggiunte ed emendamenti proposti negli incontri di gennaio e marzo a New York lo avevano portato oltre le 200 pagine. Dimensioni impossibili per un testo con ambizioni politiche, che deve necessariamente essere agile, preciso e comprensibile.
Nelle due settimane di negoziati dal 23 aprile al 4 maggio si è cominciato a lavorare per snellire The Future We Want (questo è il titolo del documento). Tuttavia si è riusciti a trovare un accordo solo su 21 dei 420 paragrafi. A questo punto si è deciso di organizzare una ulteriore settimana di negoziati, conclusi sabato scorso. All'apertura dei lavori i due co-presidenti, John Ashe (Antigua e Barbuda) e Kim Sook (Corea del Sud) hanno proposto un nuovo testo "snellito" ad 80 cartelle e 329 paragrafi. Su questo i delegati si sono messi a discutere, divisi in due gruppi di lavoro e numerosi tavoli tematici. Alla fine della settimana il consenso è stato raggiunto solo su 70 paragrafi, mentre 259 sono ancora tra parentesi quadre (brackets) che in diplomazia significa la mancanza di un accordo.
Ora resta solo l'ultima sessione prevista a Rio de Janeiro dal 13 al 15 giugno. Corrono voci non confermate che i negoziati potrebbero proseguire fino al 20 giugno, giorno dell'apertura ufficiale del Summit di Rio+20.
La prima bozza di documento per Rio+20, nota come Zero Draft, era uno stringato testo di 19 cartelle pubblicato il 10 gennaio 2012. Ulteriori aggiunte ed emendamenti proposti negli incontri di gennaio e marzo a New York lo avevano portato oltre le 200 pagine. Dimensioni impossibili per un testo con ambizioni politiche, che deve necessariamente essere agile, preciso e comprensibile.
Nelle due settimane di negoziati dal 23 aprile al 4 maggio si è cominciato a lavorare per snellire The Future We Want (questo è il titolo del documento). Tuttavia si è riusciti a trovare un accordo solo su 21 dei 420 paragrafi. A questo punto si è deciso di organizzare una ulteriore settimana di negoziati, conclusi sabato scorso. All'apertura dei lavori i due co-presidenti, John Ashe (Antigua e Barbuda) e Kim Sook (Corea del Sud) hanno proposto un nuovo testo "snellito" ad 80 cartelle e 329 paragrafi. Su questo i delegati si sono messi a discutere, divisi in due gruppi di lavoro e numerosi tavoli tematici. Alla fine della settimana il consenso è stato raggiunto solo su 70 paragrafi, mentre 259 sono ancora tra parentesi quadre (brackets) che in diplomazia significa la mancanza di un accordo.
Ora resta solo l'ultima sessione prevista a Rio de Janeiro dal 13 al 15 giugno. Corrono voci non confermate che i negoziati potrebbero proseguire fino al 20 giugno, giorno dell'apertura ufficiale del Summit di Rio+20.
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