Come annunciato, ieri il sottosegretario ONU Sha Zukang, responsabile politico di Rio+20, ha formalmente passato al governo brasiliano la responsabilità di produrre un documento da sottoporre ai capi di stato in arrivo mercoledì prossimo. Sha ha parlato di "progressi incoraggianti", con il 37% del testo concordato alla scadenza di venerdì scorso.
Il ministro degli esteri Antonio Patriota ha annunciato i tempi dell'operazione. I negoziati proseguiranno senza sosta fino alla serata di lunedì, sulla base del nuovo testo redatto dal Brasile. Mercoledì c'è l'apertura ufficiale del Summit, che si concluderà venerd' sera.
Il nuovo testo non è stato distribuito alla stampa e ai delegati della società civile. Si tratta di un documento di cinquanta pagine che ad una prima lettura veloce sembra piuttosto orientato verso le richieste formulate dai paesi in via di sviluppo. Si chiede esplicitamente che tutti gli impegni già presi siano mantenuti (alcuni paesi OCSE avevano provato a rimetterli in discussione) ma non compaiono cifre sulla questione cruciale degli aiuti occidentali per l'avvio della green economy, che i paesi poveri vorrebbero di almeno 30 miliardi di dollari l'anno. Sembra non ci sia neppure lo stop ai contributi per i combustibili fossili, chiesto da più voci.
Sul temi economici si accenna a "un indicatore di progressi più vasto del PIL per indirizzare al meglio le scelte" e si invitano gli statistici delle Nazioni Unite a elaborare quello che ormai viene chiamato GDP+.
I punti irrisolti sono ancora molti, i tempi davvero ristretti. E' chiaro a tutti che l'annuncio di chiudere i negoziati domani sera è solo una speranza. Martedì si lavorerà certamente ancora.
Il ministro degli esteri Antonio Patriota ha annunciato i tempi dell'operazione. I negoziati proseguiranno senza sosta fino alla serata di lunedì, sulla base del nuovo testo redatto dal Brasile. Mercoledì c'è l'apertura ufficiale del Summit, che si concluderà venerd' sera.
Il nuovo testo non è stato distribuito alla stampa e ai delegati della società civile. Si tratta di un documento di cinquanta pagine che ad una prima lettura veloce sembra piuttosto orientato verso le richieste formulate dai paesi in via di sviluppo. Si chiede esplicitamente che tutti gli impegni già presi siano mantenuti (alcuni paesi OCSE avevano provato a rimetterli in discussione) ma non compaiono cifre sulla questione cruciale degli aiuti occidentali per l'avvio della green economy, che i paesi poveri vorrebbero di almeno 30 miliardi di dollari l'anno. Sembra non ci sia neppure lo stop ai contributi per i combustibili fossili, chiesto da più voci.
Sul temi economici si accenna a "un indicatore di progressi più vasto del PIL per indirizzare al meglio le scelte" e si invitano gli statistici delle Nazioni Unite a elaborare quello che ormai viene chiamato GDP+.
I punti irrisolti sono ancora molti, i tempi davvero ristretti. E' chiaro a tutti che l'annuncio di chiudere i negoziati domani sera è solo una speranza. Martedì si lavorerà certamente ancora.
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