domenica 8 luglio 2012

Cipro, l'Europa, i debiti e i comunisti

La prima settimana della presidenza di Cipro dell'Unione Europea si è conclusa in un clima piuttosto agitato. Pochi giorni prima di subentrare alla Danimarca alla guida dell'Europa il governo cipriota aveva ufficialmente chiesto aiuti economici all'Unione seguendo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna. Non era mai accaduto però che una nazione dichiarasse di non essere in grado di far fronte ai propri debiti nel corso della presidenza di turno.
Cipro è la terza economia più piccola della UE (il PIL è solo 17 miliardi di Euro) ed ha subito le conseguenze della crisi greca, particolarmente del deprezzamento dei titoli di stato di Atene. L'ipertrofico sistema bancario cipriota, dove finirono anche i soldi della Lega, è legato a doppio filo all'economia greca. Il ministro delle finanze Vassos Shiarly ha dichiarato che la svalutazione dei bond greci è costata all'economia cipriota 4,2 milardi di Euro, quasi un quarto del PIL.
Il presidente di Cipro Demetris Christofias (foto) è stato educato a Mosca ed è l'unico leader comunista dell'Europa a 27. Sotto la sua guida il paese ha mantenuto rapporti molto stretti con la Russia e lo scorso anno Mosca ha prestato a Nicosia 2.5 miliardi di Euro. Venerdì la Russia ha fatto sapere di avere ricevuto da Cipro una richiesta per ulteriori cinque miliardi. Nel frattempo gli ispettori del Fondo Monetario Internazionale e della UE sono a Cipro per valutare l'entiità degli aiuti necessari. "Tranquilli, non vogliamo portare il comunismo in Europa" ha detto venerdì il presidente Christofias a Nicosia nel corso di una conferenza stampa congiunta con Barroso, che lo guardava perplesso.

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