Il titolo dell'intervista di Massimo Franco a Pietro Grasso pubblicata oggi sul Corriere della Sera non è felice. I voti non sono Lassie e l'idea di "riportarli a casa" è irritante, anche perché i voti non appartengono a nessuno. Il linguaggio è molto bersaniano, segue il concetto giudiziario di "appropriazione indebita" con il quale la vecchia "ditta" ha sempre bollato il cambio del gruppo dirigente del Partito Democratico.
L'intervista è interessante da leggere. Segna la prima vera uscita politica del Presidente del Senato in carica, molto più incisiva del generico discorso buonista formulato a Roma il giorno della candidatura.
L'impressione è che Grasso non abbia capito bene su cosa sarà centrata la prossima campagna elettorale. E come si giocherà. La frase che lascia più perplessi è questa:
L'intervista è interessante da leggere. Segna la prima vera uscita politica del Presidente del Senato in carica, molto più incisiva del generico discorso buonista formulato a Roma il giorno della candidatura.
L'impressione è che Grasso non abbia capito bene su cosa sarà centrata la prossima campagna elettorale. E come si giocherà. La frase che lascia più perplessi è questa:
Lei non è uomo da duelli televisivi duri. Parteciperà ai confronti in tv?Come dire: io sono per bene, un ex magistrato retto e probo. I voti li prenderò con queste doti. E tralasciamo il tirare in ballo "la soluzione dei problemi" che sembra francamente una eccessiva deriva di autostima. I voti oggi si prendono con le felpe, con i vaffa, con le sparate sull'Euro e gli immigrati. Si prendono con l'inevitabile esposizione mediatica, con la capacità di sintesi televisiva, con la reattività del confronto social. Grasso dice che l'importante sono "i valori". Auguri.
«Mi candido per il Parlamento, non per X Factor. Non mi interessa affascinare, né scontrarmi secondo logiche che non mi appartengono. La mia idea di politica non è la battaglia televisiva ma presentare la soluzione dei problemi. Se è necessario parteciperò ai confronti ma non amo gli scontri. Io voglio partire dai valori di sinistra con un progetto che guardi ben oltre le elezioni».
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