Alla assemblea annuale di Confindustria il ministro Scajola torna sulla questione nucleare italiana, strategicamente accantonata in campagna elettorale. “Nel 2010 le imprese interessate presenteranno le domande per le nuove centrali nucleari. Entro il 2013 metteremo la prima pietra della prima centrale. Entro il 2018 avremo i primi chilowattora prodotti nel nostro paese con il nucleare” ha ribadito Scajola davanti alla platea di industriali.
Forse la presidenta Marcegaglia e gli altri capitani di industria preferiscono non ricordare che lo scorso anno a maggio, sempre davanti a loro, Scajola aveva detto esattamente le stesse cose. E che da allora ad oggi il governo non ha fatto nulla per non turbare il consenso popolare, ma proprio niente. A parte approvare di recente in parlamento un disegno di legge che delega al governo la scelta dei siti. Secondo lo schema annunciato con squilli di trombe lo scorso anno da Scajola e Berlusconi il governo avrebbe dovuto approvare il Pano Energetico Nazionale entro il 30 giugno 2009, mentre i criteri di scelta dei siti nucleari andavano emanati entro l'anno scorso. Sì, ciao.
Ma oggi, passate le elezioni, il governo è deciso a usare il pugno di ferro e le fanfare tornano a farsi sentire. "I siti nucleari - ha spiegato Scajola - saranno considerati di interesse strategico per il paese. Se non ci sarà la condivisione, il governo potrà in via eccezionale utilizzare strumenti sostitutivi previsti dalla costituzione a difesa dell'interesse generale del paese". Il ministro, spalleggiato nell'assemblea di confindustria dall'AD di ENEL Fulvio Conti, ha confermato che la produzione di energia nucleare potrebbe avere inizio nel 2018.
Non insisto sull'opzione nucleare, che quasi tutti ormai considerano anacronistica, basta l'ultimo commento di Gianni Silvestrini. Ma - laicamente come sempre - vediamo cosa sta succedendo nella civile e concreta Finlandia, dove si sta costruendo la centrale nucleare di Olkiluoto, che la multinazionale franco-tedesca Areva Siemens sta assemblando come prima centrale della generazione EPR, lo stesso tipo delle nuove centrali dell'era Berlusconi, frutto appunto di un accordo tecnico con la Francia. I lavori per la centrale di Olkiluoto sono cominciati nel gennaio 2005, due anni dopo la firma del contratto, data prevista di consegna il 2009. Il megacantiere occupa 4000 persone, ma i tempi e i costi si sono dilatati in modo impressionante. L'ultimo bollettino parla di un ritardo di tre anni, con tempi di lavoro quindi quasi raddoppiati e consegna come minimo nel 2012, cioè sette anni dopo l'inizio dei lavori. Nel frattempo il budget di spesa è cresciuto del 60%, con un incremento di 1.7 miliardi di Euro. A complicare le cose anche un contenzioso: la Finlandia chiede ad Areva 2.4 miliardi di Euro per l'aumento dei costi e i ritardi, Areva a sua volta vuole un altro miliardo di Euro da Helsinki. Se questo accade in Finlandia facile pensare cosa potrebbe succedere in Italia. E ognuno può farsi i propri conti rispetto alle date strombazzate dal governo italiano.
Ma Scajola non deve preoccuparsi, direi. Il prossimo anno ci saranno le elezioni regionali e quindi un altro rinvio per la scelta dei siti mi sembra doveroso. Dopo il voto, dove la destra di certo trionferà, il ministro potrà tornare sorridente all'assemblea di Confindustria a fare il solito annuncio.
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