A 18 anni di distanza dall'ultima corsa il 13 dicembre è stato ripristinato il servizio ferroviario tra Belgrado e Sarajevo. La linea era stata interrotta al momento dei conflitti esplosi in Croazia (1991) e Bosnia (1992). A quei tempi i treni, gestiti dalle ferrovie Yugoslave, si chiamavano Bosnia Express e Olympic Express (Sarajevo ha ospitato le olimpiadi invernali del 1984). La frequenza era di tre viaggi quotidiani, oggi ridotti a una corsa al giorno. Il New York Times dedica all'evento un lungo articolo.
La linea tortuosa che unisce le due capitali passa attraverso la Croazia (cartina sotto) e obbliga a cambiare quattro locomotori di diverse compagnie, mentre i passeggeri devono subire due controlli doganali. A causa di queste complicazioni il tempo di percorrenza è passato dalle sei ore di 20 anni fa alle oltre otto di oggi. Il treno è composto per ora da tre carrozze, ognuna di un gestore differente, e nel viaggio inaugurale c'erano 17 passeggeri (venti anni fa le carroze erano 12/13 con una media di 550 passeggeri). Il ripristino della linea ha certamente motivazioni più politiche che commerciali.
Uno dei tre vagoni, gestito dalle ferrovie serbe, offre un servizio ristoro. In treno si può fumare in territorio serbo e bosniaco, ma non nel tratto in cui il convoglio transita in Croazia.
Osservatorio Balcani pubblica una testimonianza di Azra Nuhefendic che ricorda con passione e dettaglio la storia di questi treni nel secolo scorso.
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