Secondo Bruxelles la definizione geografica "Balcani Occidentali" comprende l'Albania e tutte le nazioni della ex Yugoslavia, esclusa la Slovenia.
Oggi si svolge a Sarajevo un High Level Meeting sui rapporti tra Unione Europea e Balcani Occidentali, fortemente voluto dalla presidenza di turno spagnola (vedi post di due giorni fa).
Quello che doveva essere un summit è stato declassato a incontro di alto livello per l'opposizione della Serbia alla formalizzazione di una presenza governativa del Kosovo. Belgrado non ha mai accettato l'ipotesi di un Kosovo indipendente e anche la Spagna, presidente di turno, è una delle cinque nazioni europee a non avere riconosciuto l'indipendenza kosovara. Il compromesso diplomatico è stato trovato nell'eliminare i nomi degli stati e le bandiere: i delegati hanno davanti a sè un "cavaliere" con scritto solo il proprio nome. Così tra le 48 delegazioni presenti ci sono sia quella serba, guidata dal ministro degli esteri Vuk Jeremić, sia quella del Kosovo con il ministro Skender Hyseni.
L'Europa è rappresentata dalla baronessa Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione e responsabile esteri, e dal commissario ceco all'allargamento Štefan Füle. Ci sono tutti i ministri degli esteri balcanici, lo spagnolo Moratinos, il nostro Frattini, lo svedese Bildt, il bulgaro Mladenov e altri. Presenti anche delegazioni da Stati Uniti, Russia e Turchia, oltre alla NATO. Dopo il declassamento gli USA hanno lasciato a casa Hillary mandando a Sarajevo il vicesegretario James Steimberg.
Si parla, ovviamente, di allargamento. Mentre la Croazia spera di entrare nell'Unione entro il 2012, Montenegro, Albania e Macedonia hanno per ora solo formalizzato la loro richiesta di adesione. La Serbia attende la ratrifica dell'accordo di stabilizzazione e associazione (SAA) che fa da prerequisito e che ancora non è stato concesso alla Bosnia.
Il declassamento della conferenza a "incontro di alto livello" non permette di chiudere i lavori con una dichiarazione formale sottoscritta dai paesi presenti. Le conclusioni saranno affidate a una comunicazione della presidenza spagnola, in cui secondo fonti diplomatiche non ci saranno accenni a roadmap e scadenze temporali. Valentin Inzko, l'austriaco che svolge il ruolo di inviato speciale dell'Europa in Bosnia Herzegovina, ha prefigurato un possibile ingresso dei paesi balcanici in Europa per il 2018. Insomma, non è per adesso.
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