Dunque l'Europa è già al 17.3% di riduzione di gas serra rispetto al 1990. Il rapporto prodotto dalla Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) evidenzia la drastica riduzione del 6.9% delle emissioni di CO2 dell'ultimo anno, un taglio senza precedenti nella storia d'Europa (grafico sopra). Nello specifico il consumo di combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) è calato del 5.5%, con il carbone addirittura a meno 12.7%. Questo malgrado che l'inverno 2009 sia stato un poco più freddo degli anni precedenti.
Contemporaneamente la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse escluse) è aumentata del 8.8%. Quindi la riduzione non è solo "merito" del calo della domanda dovuto alla crisi economica, ma anche di una progressiva riconversione verso fonti di energia sostenibili. La tendenza è costante ed è facile prevedere una ulteriore sensibile diminuzione nel 2010, i cui primi dati saranno diffusi dall'EEA nell'aprile 2011.
Ma non tutta l'Europa viaggia alla stessa velocità, come al solito. E in questo caso tra gli ultimi della classe c'è l'Italia, che divide il triste primato con Austria e Danimarca (vedi tabella sotto). Assieme a questi tre paesi ci sono la Croazia, ancora solo candidata a entrare in Europa, e Svizzera e Lichtenstein, che non fanno parte dell'Unione ma sono associati alla EEA.
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