Il ritorno fugace nelle proprie case del primo gruppo di evacuati dall'incidente nucleare di Fukushima non è stato un successo.
Solo 54 dei 27mila nuclei familiari che risiedono nel raggio di 20 km dalla centrale ieri sono potuti tornare per due ore, la prima volta dall'11 marzo. Un altro piccolo gruppo lo farà domani.
Ricoperti con indumenti protettivi antiradiazioni, molti hanno avuto difficoltà a muoversi e tre donne hanno accusato malori per il caldo dovuto alle tute. "Tutto quello che sono riuscita a fare è stato dare da mangiare ai gatti, fare qualche rapida pulizia e curare le piante e i fiori" ha raccontato una donna di 72 anni. Con l'arrivo del caldo estivo il disagio provocato dalle tute in tyvek e dalle maschere è destinato ad aumentare.
Al di là della frustrazione, resta diffcile immagine che questo tipo di rientri possa essere organizzato su larga scala per i quasi 80mila evacuati. Senza contare gli altri 10.500 che, malgrado vivano oltre i 20 Km dalla centrale, hanno avuto l'ordine di andarsene entro la fine di maggio.
In testa alla classifica degli sventurati restano i 1700 che vivevano entro tre Km dalla centrale: a loro non è permesso in nessun caso di ritornare a casa, neppure per cinque minuti.
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