David Benforado (41) dipinge ritratti di capre. E le battezza, quella qui sopra si chiama Ekati, quella sotto Lucy. L'artista greco, che vive e lavora a Berlino, ha appena inaugurato alla Galleria Kourd di Atene la mostra Goats and the Abstract Truth, che si chiuderà il 7 agosto.
martedì 29 maggio 2018
venerdì 25 maggio 2018
giovedì 24 maggio 2018
Il referendum sull'aborto in Irlanda
Domani, venerdì 25 maggio, gli elettori della Repubblica di Irlanda sono chiamati a votare il referendum per modificare l'ottavo emendamento della costituzione che garantisce pari diritti di vita alla madre e al concepito, rendendo di fatto illegale l'aborto in quasi tutti i casi.
In caso di vittoria del Sì il governo dovrà produrre una nuova legislazione che permetta l'interruzione della gravidanza. Il governo ha già predisposto uno schema di legge che permette l'aborto entro le prime dodici settimane di gravidanza, allineandosi con le norme in vigore nella maggioranza degli stati europei. L'aborto su richiesta della madre è vietato solo a Cipro, Malta e in Polonia. Altrove è generalmente permesso entro 12 settimane dal concepimento (in Italia 90 giorni), con qualche eccezione (10 settimane in Croazia, Portogallo, Slovenia e Turchia, 14 in Romania e Spagna, 16 in Islanda e Svezia, 22 in Olanda). Le norme più permissive d'Europa sono quelle del Regno Unito, che dal 1967 autorizzano l'interruzione di gravidanza fino a 24 settimane. Tuttavia la legislazione di Londra si applica in Inghilterra, Galles e Scozia ma non in Irlanda del Nord, dove l'aborto non è legale. Nel 2017 in Irlanda del Nord sono stati praticati solo 16 aborti terapeutici.
Secondo i sostenitori del Sì ogni giorno sette donne irlandesi vanno in Gran Bretagna per abortire legalmente. La legislazione irlandese non vieta la pratica e permette anche la diffusione di informazioni sulle possibilità di abortire all'estero. Molto diffuso anche il ricorso alle pillole abortive, che sono legali.
I due principali partiti irlandesi, Finn Gael e Fianna Fail, hanno lasciato libertà di coscienza ai propri elettori. Sinn Fein e Labour invece sostengono apertamente il Sì. I sondaggi indicano una larga maggioranza per il Sì. Il referendum è anche il primo test elettorale dove i colossi del web hanno cercato di prevenire influenze esterne, dopo il caso di Cambridge Analytica. Google ha deciso di bloccare ogni pubblicità sul referendum e Facebook ha fatto altrettanto, ma solo sulle inserzioni a pagamento provenienti dall'estero.
In caso di vittoria del Sì il governo dovrà produrre una nuova legislazione che permetta l'interruzione della gravidanza. Il governo ha già predisposto uno schema di legge che permette l'aborto entro le prime dodici settimane di gravidanza, allineandosi con le norme in vigore nella maggioranza degli stati europei. L'aborto su richiesta della madre è vietato solo a Cipro, Malta e in Polonia. Altrove è generalmente permesso entro 12 settimane dal concepimento (in Italia 90 giorni), con qualche eccezione (10 settimane in Croazia, Portogallo, Slovenia e Turchia, 14 in Romania e Spagna, 16 in Islanda e Svezia, 22 in Olanda). Le norme più permissive d'Europa sono quelle del Regno Unito, che dal 1967 autorizzano l'interruzione di gravidanza fino a 24 settimane. Tuttavia la legislazione di Londra si applica in Inghilterra, Galles e Scozia ma non in Irlanda del Nord, dove l'aborto non è legale. Nel 2017 in Irlanda del Nord sono stati praticati solo 16 aborti terapeutici.
Secondo i sostenitori del Sì ogni giorno sette donne irlandesi vanno in Gran Bretagna per abortire legalmente. La legislazione irlandese non vieta la pratica e permette anche la diffusione di informazioni sulle possibilità di abortire all'estero. Molto diffuso anche il ricorso alle pillole abortive, che sono legali.
I due principali partiti irlandesi, Finn Gael e Fianna Fail, hanno lasciato libertà di coscienza ai propri elettori. Sinn Fein e Labour invece sostengono apertamente il Sì. I sondaggi indicano una larga maggioranza per il Sì. Il referendum è anche il primo test elettorale dove i colossi del web hanno cercato di prevenire influenze esterne, dopo il caso di Cambridge Analytica. Google ha deciso di bloccare ogni pubblicità sul referendum e Facebook ha fatto altrettanto, ma solo sulle inserzioni a pagamento provenienti dall'estero.
mercoledì 23 maggio 2018
Macedonia, cercasi nome disperatamente
Oggi a New York il ministro degli esteri greco Nikis Kotzias incontrerà il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. In agenda c'è l'annoso problema del nome della repubblica di Macedonia, indipendente dal 1991 dopo la divisione della Yugoslavia. La Macedonia fa parte delle Nazioni Unite dal 1993 ed è definita con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic Of Macedonia).
Da 25 anni la Grecia rifiuta l'ipotesi che la repubblica di Skopje possa chiamarsi Macedonia, nome della regione greca di Salonicco. Le Nazioni Unite nel 1999 hanno nominato un negoziatore, Matthew Nimetz, che da quasi venti anni lavora per trovare una soluzione. Lo scorso gennaio Nimetz ha proposto cinque possibili nomi per lo stato della ex Yugoslavia. I nomi erano Republika Nova Makedonija (Repubblica della Nuova Macedonia), Republika Severna Makedonija (Repubblica della Macedonia del Nord), Republika Gorna Makedonija (Repubblica della Macedonia Superiore), Republika Vardarska Makedonija (Repubblica di Vardar Macedonia) e Republika Makedonija Skopje.
Nessuno di questi sembra gradito al governo di Atene. Il premier Tsipras ha fatto delle aperture ma il leader della minoranza di governo, il populista di destra e ministro della difesa Kammenos, non sembra sentire ragioni. Anche l'ultima proposta di "Ilindenska Makedonija" è stata bocciata. Secondo Kammenos la repubblica di Skopje non può avere un nome composto in cui compaia la parola Macedonia.
Lo stallo pesa sul ruolo internazionale di FYROM, che si è candidata all'ingresso nell'Unione Europea e nella Nato, ma che non sarà riconosciuta fino a quando la Grecia, che fa parte di ambedue, non toglierà il suo veto. Lunedì scorso Angela Merkel ha telefonato ad Alexis Tsipras e al primo ministro macedone Zoran Zaev, sollecitando un accordo. Domani è previsto un incontro a tre tra il mediatore ONU Nimetz e i ministri degli esteri Kotzias (Grecia) e Dimitrov (Macedonia).
La regione geografica della Macedonia comprende anche parti di Bulgaria, Albania, Serbia e alcune piccole aree in Kosovo (mappa sotto).
Sostenibilitalia segue da tempo la questione. Altri post sono stato pubblicati lo scorso febbraio e nel novembre 2010.
Da 25 anni la Grecia rifiuta l'ipotesi che la repubblica di Skopje possa chiamarsi Macedonia, nome della regione greca di Salonicco. Le Nazioni Unite nel 1999 hanno nominato un negoziatore, Matthew Nimetz, che da quasi venti anni lavora per trovare una soluzione. Lo scorso gennaio Nimetz ha proposto cinque possibili nomi per lo stato della ex Yugoslavia. I nomi erano Republika Nova Makedonija (Repubblica della Nuova Macedonia), Republika Severna Makedonija (Repubblica della Macedonia del Nord), Republika Gorna Makedonija (Repubblica della Macedonia Superiore), Republika Vardarska Makedonija (Repubblica di Vardar Macedonia) e Republika Makedonija Skopje.
Nessuno di questi sembra gradito al governo di Atene. Il premier Tsipras ha fatto delle aperture ma il leader della minoranza di governo, il populista di destra e ministro della difesa Kammenos, non sembra sentire ragioni. Anche l'ultima proposta di "Ilindenska Makedonija" è stata bocciata. Secondo Kammenos la repubblica di Skopje non può avere un nome composto in cui compaia la parola Macedonia.
Lo stallo pesa sul ruolo internazionale di FYROM, che si è candidata all'ingresso nell'Unione Europea e nella Nato, ma che non sarà riconosciuta fino a quando la Grecia, che fa parte di ambedue, non toglierà il suo veto. Lunedì scorso Angela Merkel ha telefonato ad Alexis Tsipras e al primo ministro macedone Zoran Zaev, sollecitando un accordo. Domani è previsto un incontro a tre tra il mediatore ONU Nimetz e i ministri degli esteri Kotzias (Grecia) e Dimitrov (Macedonia).
La regione geografica della Macedonia comprende anche parti di Bulgaria, Albania, Serbia e alcune piccole aree in Kosovo (mappa sotto).
Sostenibilitalia segue da tempo la questione. Altri post sono stato pubblicati lo scorso febbraio e nel novembre 2010.
giovedì 17 maggio 2018
La Giornata Mondiale Contro l'Omofobia
Il 17 maggio 1990 WHO-OMS dichiarò che l'omossessualità non era più considerata una malattia mentale. Dal 2004 la data del 17 maggio è celebrata come Giornata Mondiale contro l'Omofobia, la Transfobia e la Bifobia (IDAHO). Il tema di quest'anno è Alleanze per la Solidarietà.
"Nessuna battaglia si vince da soli. Dobbiamo rinforzare le alleanze, particolarmente per garantire la sicurezza, combattere la violenza, fare pressione per i cambiamenti legislativi, e/o fare campagne per cambiare i sentimenti e le mentalità." Questo ha dichiarato Joel Bedos. direttore di IDAHO.
Nel 2015 dodici organizzazioni delle Nazioni Unite hanno approvato una dichiarazione per condannare la violenza contro gay, lesbiche, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI). Anche l'Europa promuove l'uguaglianza LGBTI in un contesto non sempre semplice. Solo il 71% degli europei è d'accordo sul fatto che la comunita LGBTI debba avere parità di diritti. La Commissione di Bruxelles ha prediposto una lista di azioni per garantire l'uguaglianza LGBTI e progetti volti a questo obiettivo sono finanziati nel programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza 2014-2020. Il rapporto annuale 2017 è stato pubblicato lo scorso febbraio.
"Nessuna battaglia si vince da soli. Dobbiamo rinforzare le alleanze, particolarmente per garantire la sicurezza, combattere la violenza, fare pressione per i cambiamenti legislativi, e/o fare campagne per cambiare i sentimenti e le mentalità." Questo ha dichiarato Joel Bedos. direttore di IDAHO.
Nel 2015 dodici organizzazioni delle Nazioni Unite hanno approvato una dichiarazione per condannare la violenza contro gay, lesbiche, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI). Anche l'Europa promuove l'uguaglianza LGBTI in un contesto non sempre semplice. Solo il 71% degli europei è d'accordo sul fatto che la comunita LGBTI debba avere parità di diritti. La Commissione di Bruxelles ha prediposto una lista di azioni per garantire l'uguaglianza LGBTI e progetti volti a questo obiettivo sono finanziati nel programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza 2014-2020. Il rapporto annuale 2017 è stato pubblicato lo scorso febbraio.
Quel contratto di governo a colori
Il contratto del governo Di Maio-Salvini è quasi definito. Per l'accordo però mancano alcuni elementi importanti, che nell'ultima bozza sono evidenziati in rosso. La scelta è bizzarra e in netto contrasto con uno dei principi del contratto stesso, ovvero la riduzione della spesa. Perché chi volesse stampare una copia del documento con il quale si scrive la storia (cit.) è obbligato a farlo con una stampante a colori.
Nella prassi diplomatica le porzioni di documento sulle quali non si è ancora raggiunto un accordo sono racchiuse tra parentesi quadre o brackets. Esempio:
Nella prassi diplomatica le porzioni di documento sulle quali non si è ancora raggiunto un accordo sono racchiuse tra parentesi quadre o brackets. Esempio:
Saranno applicate [sanzioni pecuniare] a chi utilizza il colore nei documenti.Parentesi quadre. Un modo semplice e chiaro di evidenziare i punti ancora da risolvere. Semplice, economico e sostenibile. Da sempre alle Nazioni Unite si fa così. Invece i punti irrisolti del contratto del governo Di Maio-Salvini sono evidenziati in un rosso carico. Il che li rende già difficilmente leggibili in una visione a colori, figuriamoci in una stampa in bianco e nero, dove il rosso diventa uno sfondo grigio scuro. Quindi il contratto va stampato a colori. Chissà quanti lo hanno fatto, sprecando inchiostro di cartucce e toner. Il diavolo si nasconde nei dettagli.
lunedì 14 maggio 2018
Rifiuti elettronici, un problema sempre più serio
In Italia la raccolta selezionata dei RAEE (Rifiuti di Apparecchi Elettrici ed Elettronici) è in aumento, ma non tanto quanto dovrebbe. Nel 2017 il totale ha superato del 4.7% l'anno precedente, sfiorando le 300.000 tonnellate, pari a 4.9 Kg per abitante. Secondo i dati del Centro di Coordinamento RAEE il primato nazionale è della Valle D'Aosta, con quasi 10 Kg per abitante e tutte le regioni del nord raccolgono quantità superiori alla media nazionale. Nell'Italia centrale il dato di 4.94 Kg è allineato con la media italiana e le percentuali sono in crescita in tutte le regioni, escluse le Marche (-1.66%, ma 5 Kg a testa). La raccolta va molto peggio nel meridione, dove però Sardegna e Molise superano la media nazionale. In Campania la raccolta 2017 è stata decisamente minore che nel 2016 (-5.82%).
Quanto ci manca Barack
Happy Mother’s Day to every mom out there, especially the remarkable moms in my life, @MichelleObama and my mother-in-law, Marian Robinson. pic.twitter.com/n65fyWg7O8— Barack Obama (@BarackObama) May 13, 2018
giovedì 10 maggio 2018
mercoledì 9 maggio 2018
La Festa dell'Europa
Oggi è la Festa dell'Europa, che si celebra dal 1985 nell'anniversario della Dichiarazione Schuman del 1950. Non sono tempi particolarmente brillanti per l'Europa e le celebrazioni sembrano decisamente sottotono, malgrado gli oltre 140 eventi programmati in tutti i paesi dell'Unione. Di questi circa la metà si svolge in Belgio, dove ha sede la grande parte delle istituzioni europee.
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