Di ritorno da Turku scelgo un volo punitivo alle sei e mezzo di mattina per Copenhagen, dove per magia dei fusi orari arrivo dopo solo quaranta minuti mentre albeggia. Ho qualche ora da passare e la giornata è fredda, ma per fortuna soleggiata e limpidissima. Naturalmente anche ventosa, non a caso qui c'è una delle maggiori concentrazioni di pale eoliche d'Europa.
In questi giorni le scuole scandinave sono chiuse per le "vacanze d'autunno", una tradizione che risale ai tempi della civiltà rurale, quando questi erano tempi di raccolto e quindi servivano tutte le braccia di casa. Non che si raccolga granché in ottobre da queste parti: patate, rape e altre radici, qualche cavolo. Comunque l'agricoltura declina ma le vacanze scolastiche no, quindi oggi Copenhagen era piena di ragazzi.
Come Bruxelles, Parigi e altre città anche Copenhagen è la somma di varie municipalità. Oggi ho camminato fino a Frederiksberg, che sarebbe un altro comune ma in realtà è un quartiere centrale di Copenhagen ad ovest della costa e della stazione. Frederiksberg ha quasi centomila abitanti e un sindaco che si chiama Mads Lebech, che ho incontrato un paio di anni fa in occasione della Biennale degli urbanisti, dove eravamo relatori nella stessa sessione (vedi la foto di rito). Quel giorno mi ha detto "domani sei mio ospite a colazione". Ed intendeva proprio breakfast. Appuntamento alle otto in municipio. Ci accomodiamo in una saletta apparecchiata con cura e un cameriere innappuntabile ci serve caffè, succo, cibi dolci e salati. In realtà il sindaco comincia sempre la sua giornata così, con un briefing tra bacon e succo d'arancia. Quello che non mi aspettavo è che alla fine spunta una bottiglia di amaro locale e il sindaco invita a un brindisi augurale. Sono le otto e mezzo, roba da alpini. Non ho avuto il coraggio di chiedere a Mads se lo fa tutti i giorni.
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