venerdì 31 agosto 2018

Che ore saranno in Europa?

Ieri sera nel corso di una intervista alla TV pubblica tedesca ZDF il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che la Commissione proporrà l'eliminazione del cambio dell'ora stagionale, quella che noi chiamiamo ora legale. La decisione è scaturita dalla consultazione online lanciata da Bruxelles lo scorso luglio, nella quale si chiedeva ai cittadini europei un parere in merito. Le risposte sono state 4.6 milioni, anche se in Italia se ne è parlato poco. I risultati ufficiali, diffusi oggi, certificano che l'84 per cento degli europei e stufo di spostare le lancette dell'orologio. E che, di questi, la maggior parte favorirebbe la scelta permanente dell'ora estiva, quindi GMT+2, ovvero due ore prima del parametro globale del tempo, fissato sul meridiano di Greenwich.
L'ora legale è stata oggetto di ben sette direttive europee, la prima risale al 1981. L'ultima è del 1996 e fissa l'ultima domenica di ottobre come data comune per il ritorno all'ora solare (prima era l'ultima domenica di settembre per l'Europa continentale e l'ultima di ottobre per Irlanda e UK).
Attualmente tutta l'Europa centrale è a GMT+1, dalla Polonia alla Spagna. Con risultati ben diversi, perché l'area di tempo comune abbraccia ben più di un meridiano. Le discrepanze maggiori sono in Spagna, dove in estate alle dieci di sera c'è ancora luce. Colpa di Francisco Franco, che nel 1942 tolse la Spagna dal meridiano di Greenwich, al quale geograficamente apparterrebbe, per allinearsi all'ora dell'alleata Germania di Hitler.
L'ora legale è già stata dismessa in vari paesi, come Russia e Turchia, mentre resiste negli Stati Uniti. La questione è nell'agenda della riunione della Commissione Europea di oggi, ma sembra certo che Bruxelles procederà con la proposta, che dovrà essere approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, ovvero dai 27 stati membri.

La popolarità di Trump crolla? Not really

Non stappate lo champagne. Non ancora, almeno. Il titolo dell'Ansa di un'ora fa segue il sensazionalismo dell'informazione italiana, ma è sostanzialmente falso. Ebbene sì, il sondaggio diffuso oggi dice che il 60% degli americani non approva Trump. Ma nell'articolo del Washington Post, la testata che ha commissionato l'indagine, è scritto che, vista la casualità del campione delle interviste, i risultati dimostrano solo una variazione marginale rispetto al precedente sondaggio che lo stesso Post aveva condotto lo scorso aprile, che indicava il disapprovement al 56 per cento.

mercoledì 29 agosto 2018

Fondi europei, ecco la nuova ripartizione 2021-2027

La Commissione Europea ha pubblicato la proposta di ripartizione dei Fondi di Coesione per il periodo 2021-2017, che dovrà essere discussa e approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo. La tabella sopra mostra le quote riservate ad ogni stato (prima colonna), la variazione rispetto al periodo 2014-2020 (seconda colonna), la quota pro-capite di finanziamento (terza colonna) e la relativa variazione percentuale (quarta colonna).
L'Italia dovrebbe ricevere 38.6 miliardi, con un incremento del sei per cento, pari a 91 Euro per ogni cittadino italiano. Più del doppio della Francia, che ha 34 Euro per abitante. Più del triplo della Germania. Lettonia, Estonia e Slovacchia restano sopra ai 300 Euro a testa per abitante, la Croazia scende a 298, il Portogallo a 292, la Lituania a 278, l'Ungheria a 260.
La gran parte dei finanziamenti resta destinata ai paesi dell'est, seppure con drastiche riduzioni: meno 24% in Ungheria, Lituania, Estonia, Cekia, meno 23% in Polonia, meno 22% in Slovacchia. Le sole nazioni che riceveranno più fondi rispetto al periodo 2014-2020 sono Bulgaria, Romania, Grecia, Cipro, Spagna, Finlandia e Italia. In pratica le politiche di convergenza e coesione stanno dando i loro frutti e portano a una redistribuzione.
Bruxelles classifica le regioni europee in tre categorie, in base al PIL pro-capite: 1: Meno sviluppate 2. In transizione 3. Più sviluppate. Nella mappa sotto si vede come tutto il meridione italiano sia tra le regioni meno sviluppate (con PIL sotto il 75% della media UE), mentre Marche, Umbria e Abruzzo sono in transizione. Tutto il nord Italia, più Toscana e Lazio, rientra tra le regioni più sviluppate, ovvero con un PIL superiore alla media europea. Rispetto alla programmazione ancora in corso i parametri sono stati modificati. Attualmente le regioni "in transizione" sono quelle con un PIL che non deve superare il 90% della media UE, ma la recessione ha spinto Bruxelles a mantenere una quota più rilevante di finanziamenti alle regioni appena sotto la media di reddito continentale, come le Marche.
Gli assi di finanziamento sono cinque. I due principali sono Smarter Europe e Greener Europe. A seconda del proprio livello economico, le regioni dovranno spendere tra il 65 e l'85 per cento dei fondi in queste due priorità. Gli altri tre assi sono More Connected Europe, More Social Europe, Europe Closer to Citizens. I finanziamenti 2014-2020 erano invece ripartiti tra undici "Obiettivi tematici".
Aumenta l'attenzione alle politiche urbane, con il sei per cento dei fondi FESR destinati a progetti di sostenibilità nelle città. Alle tematiche urbane è dedicato anche il nuovo strumento European Urban Initiative, destinato a finanziare progetti nel quadro dell'Agenda Urbana Europea.

venerdì 24 agosto 2018

Di Maio e Salvini: basta fondi all'Europa. Davvero?

"Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all'Ue. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo più affrontare da soli". Questo ha detto stasera il vice premier e capo politico del M5S Di Maio. La nobile motivazione sarebbe la sorte di quei circa 150 poveracci bloccati a Catania su una nave della marina militare, quindi già in territorio italiano da una settimana. "Se in Europa fanno finta di non capire, visto che la paghiamo abbondantemente vedremo di pagarla un po' di meno" ha detto sempre stasera l'altro vicepremier Salvini. Il premier per caso per ora tace. Come al solito.
Al di là del ridicolo penultimatum dei due leader politici del governo, le cifre sono molto diverse. Basta consultare il sito dell'Unione Europea. L'Italia versa alla UE circa 13.9 miliardi di Euro e ne riceve da Bruxelles 11.6. Lo sbilancio è di 2.3 miliardi di Euro. Perchè paghiamo (poco) più di quanto riceviamo? Perché l'Unione Europea si basa su politiche di coesione e convergenza, che sono destinate a ridurre le distanze economiche tra i paesi membri. Le nazioni economicamente più arretrate ricevono più di quanto versano, le economie più avanzate contribuiscono ad un allineamento. Il progetto Europa funziona così. Lo sbilancio economico che sfavorisce i paesi più ricchi (ebbene sì, noi siamo tra questi) viene compensato dalla libera circolazione di merci e persone. L'Italia, in particolare, può valersene per il saldo attivo dell'export, che eventuali dazi penalizzerebbero.
Le nazioni che dall'Europa ricevono più di quanto versano sono quasi tutte dell'Est. Il blocco di Visegrad, che rifiuta qualunque politica di condivisione dei migranti. Ad esempio l'Ungheria di Orbán, fraterno amico di Salvini e ostile a qualunque ripartizione dei migranti, paga meno di un miliardo di Euro e riceve 4.5 miliardi da Bruxelles. La Polonia versa 3.5 Miliardi e ne riceve 10.6. Al contrario la Germania paga all'Unione 23 miliardi e ne riceve solo dieci. Filantropia tedesca? Ovviamente no. A Berlino sanno bene che la libera circolazione compensa abbondantemente i contributi comunitari.
Sono cifre semplici e consultabili da tutti. Colpisce l'approssimazione, la scarsa informazione e la assoluta mancanza di strategia di un governo che vorrebbe barattare 150 migranti presi in ostaggio su una nave con la visione politica ed economica dell'Europa.



martedì 21 agosto 2018

In Europa questa sarà l'estate più calda di sempre

Secondo i dati della NOAA luglio 2008 a livello globale è stato il quarto luglio più caldo di sempre e il 403° mese consecutivo con temperature sopra la media. Il dato impressionante è quello dell'Europa, dove nell'arco aprile-luglio di quest'anno la variazione termica batte ogni record con una variazione di 2.44° C sopra la media. Quasi un grado sopra il record precedente del 2016 (+1.49° C).
Le temperature record di luglio si sono registrate soprattutto in nord Europa. In Norvegia nuovo record con 4.3° C sopra la media e punte sopra i 33 gradi, mai così caldo dal 1900. Stesse anomalie da record in Svezia e Finlandia. E il trend di agosto conferma in Europa l'estate del 2018 sarà probabilmente la più calda di sempre.



venerdì 17 agosto 2018

Claudio Lolli, 1950 - 2018

Ho Visto Anche degli Zingari Felici resta la canzone simbolo della stagione del '77, un periodo di straordinaria creatività, grande partecipazione e profondo dolore che hanno segnato tutti coloro che la hanno vissuta.
Claudio Lolli è morto oggi, non conosco ancora le cause. Cantautore in senso stretto, insegnante nella vita, Claudio Lolli ha rappresentato la via bolognese al cantautorato non di successo. Parlando in linguaggio novecentesco lo si definirebbe un cantautore "impegnato".
Bologna negli anni '70 e '80 era una esplosione di creatività cantautorale. Guccini, Dalla, Carboni, Curreri degli Stadio, il primo Vasco che da Zocca scendeva in città. Lolli era diverso. Il suo primo album, pubblicato per la EMI, è stato Aspettando Godot. Era il 1972 e alla EMI lo aveva portato proprio Guccini, con il quale Lolli condivideva la scena delle osterie della Bologna di allora.
La svolta arriva con Ho Visto Anche Degli Zingari Felici, album pubblicato nel 1976 e venduto al "prezzo politico" di 3500 lire. Il disco supera la fase "intima" dei precedenti, c'è una base ritmica molto presente e il sax di Danilo Tomasetta che scandisce la canzone che dà il titolo all'album.
Dopo gli Zingari tutto diventa più complicato. Lolli lascia la EMI e passa all'etichetta Ultima Spiaggia di Nanni Ricordi, che però fallisce a breve. Ritorna alla EMI e pubblica buoni album, ma senza successo di pubblico. Per Antipatici Antipodi (1983) c'è anche la copertina di Andrea Pazienza.
Claudio Lolli ha continuanto a incidere e fare concerti, con il fedele chitarrista Paolo Capodacqua.
Nel 2003 Lolli aveva pubblicato per Storie di Note una nuova versione de Gli Zingari Felici con il gruppo Il Parto Delle Nuvole Pesanti, una edizione limitata di 3000 copie arricchita da foto e testi.
Nel 2016 Sostenibilitalia aveva celebrato il quarantennale di Ho Visto Anche Degli Zingari Felici. Nel 2017 Lolli ha pubblicato Il Grande Freddo, album realizzato tramite crowdfunding, che il Club Tenco ha premiato come disco dell'anno.



giovedì 16 agosto 2018

Aretha Franklin, 1942 - 2018

Aretha Franklin è morta oggi nella sua casa di Detroit. Qualcuno a New York ha deciso di pagarle un tributo nella stazione della metro di Franklin Street, sulla linea 1 a Tribeca. The Gothamist ha testimoniato questo omaggio. Alcune delle scritte sono state già rimosse.

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sabato 11 agosto 2018

Il ministro dell'esterno

Scorrendo l'albo d'oro pubblicato sul sito del ministero si ricordano i ministri dell'interno degli ultimi dieci anni. Partendo dal più recente sono Marco Minniti, Angelino Alfano, Annamaria Cancellieri, Roberto Maroni, Giuliano Amato, Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola, Enzo Bianco, Rosa Russo Jervolino e Giorgio Napolitano.
Oggi il ministro dell'interno è Matteo Salvini. Un ministro che ha fatto della visibilità la sua immagine politica. Salvini è ubiquo e lascia ovunque tracce di sè, attraverso i suoi prediletti social network, le foto e le dichiarazioni. La foto qui sopra è di ieri e immortala una scorribanda alle isole Tremiti. Sulla barca di Salvini c'era ovviamente la scorta di polizia. Un'altra imbarcazione di scorta la seguiva e un elicottero sorvegliava dall'alto, per garantire l'incolumità del ministro. Tutto secondo i protocolli, niente da dire.
Quale dei dieci ministri dell'interno che hanno preceduto Salvini, elencati qui sopra, avrebbe fatto circolare una foto così? La forza peculiare del leader della Lega è proprio questa: lui ESTERNA. Esterna senza pudore le sue foto tra fritture, notti in discoteca, bagni in spiaggia e gite in barca con la fidanzata (tanto la scorta non si vede). Esterna frasi ad effetto su qualunque argomento, ben al di là delle sue competenze di governo. Sulle esternazioni di Salvini si discute e si studia. Francesco Nicodemo le classifica secondo la teoria de "L'elefante del giorno", mutuata da George Lakoff: "quasi ogni giorno viene dato in pasto all’opinione pubblica un tema che da un lato distoglie l’attenzione da altri contenuti, dall’altro serve a verificare le reazioni stesse dell’opinione pubblica."
"L'elefante del giorno" è una modalità comunicativa in sè piuttosto semplice, ma certamente efficace. A Salvini importa poco che le sue esternazioni abbiano senso istituzionale, correttezza politica, persino fondamento, come è accaduto con la fake news dei migranti che pretendevano di vedere le partite di calcio su Sky. Che sia una strategia è ormai ovvio. Che colpisca nel segno pure. Che gli alleati di governo Cinque Stelle la subiscano senza fiatare un dato di fatto.
Ma Salvini non esterna solo elefanti, esterna se stesso. E lo fa spudoratamente, come nella foto qui sopra. Nessuno si scompone. Solo tre mesi fa associare la foto di un ministro sorridente in barca con la fidanzata sarebbe stato l'esempio classico dei privilegi, della casta, dei nemici della ggente. Con Salvini questo non funziona. Ciò che indignava e faceva insorgere masse di leoni da tastiera, nel caso di Salvini diventa un elemento di empatia e di complicità. La foto qui sopra è eloquente: il ministro è seminudo, con in bellavista la pancetta all'italiana e il pettorale floscio al limite della ginecomastia. D'accordo, per avere 45 anni non è esattamente in forma, ma questo lo avvicina al suo elettore medio. La sua compagna, che a spalle nude avrebbe ben altra silhouette, appare invece in abbigliamento castigato, per non rubargli la scena.

giovedì 9 agosto 2018

Energia: carbone ancora leader ma crescono le rinnovabili


Nel 2016 le energie rinnovabili sono cresciute fino al 24% della produzione totale, confermando il superamento del gas naturale. Al primo posto delle fonti energetiche resta il carbone che, seppure in declino, è ancora al 38%. In costante declino anche petrolio e nucleare.

Dal 1971 al 2016 la domanda globale di energia primaria è aumentata di due volte e mezzo. I  dati provengono da World Energy Balances 2018, il rapporto annuale dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA).

venerdì 3 agosto 2018

La Giornata Internazionale della Birra

Oggi è la Giornata Internazionale della Birra. Nel 2017 in Europa sono stati prodotti 41 miliardi di litri di birra, quasi 81 litri per abitante (fonte Eurostat). Due terzi della produzione totale proviene sa sei paesi, con in testa la Germania che produce il venti per cento del totale. Una parte della produzione viene esportata e in questa classifica al primo posto c'è l'Olanda con 1.9 miliardi di litri. Le importazioni di birra extra-UE sono limitate a circa 400 milioni di litri, meno dell'uno per cento del consumo europeo. In testa il Messico con 211 milioni di litri, più della metà del totale delle importazioni.
Nel 2017 l'Italia ha prodotto 1.175.000 litri di birra, con un incremento dell'8.1 per cento rispetto al 2016, confermandosi il decimo paese produttore europeo.

 

Le batterie salveranno il pianeta (speriamo)

Nel primo semestre 2018 la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato i mille GigaWatt (mille miliardi di Watt). Ci sono voluti quarant'anni, ma il 90% degli impianti eolici e fotovoltaici ha meno di dieci anni. La buona notizia è che questa quantità dovrebbe raddoppiare entro i prossimi cinque anni, grazie a una crescita esponenziale degli impianti e al contemporaneo abbassamento dei costi. Ad oggi l'energia eolica è il 54% del totale della produzione rinnovabile, ma entro il 2020 dovrebbe essere superata dal solare, in rapida diffusione.
Secondo gli esperti di Bloomberg l'investimento totale nelle rinnovabili ad oggi è stato di 2300 miliardi di dollari, quasi 2000 miliardi di Euro. Per raggiungere i duemila Gigawatt, raddoppiando la produzione odierna, basteranno 1230 miliardi di $ (1061 miliardi di Euro, poco più della metà di quanto speso finora). Dovrebbe succedere entro il 2023.
Nel 2016 il totale della produzione elettrica mondiale era di 6200 GigaWatt, un sesto dei quali proviene dalle centrali a carbone cinesi. Ma la crescita maggiore delle rinnovabili è proprio in Asia, con il 44% degli impianti eolici e il 58% dei fotovoltaici (un terzo di questi solo in Cina).
In alcuni periodi la produzione diurna di elettricità rinnovabile è già vicina a coprire il fabbisogno totale. Il record italiano è del 21 maggio 2017, con l'87%. Il problema resta la domanda di energia serale e notturna, quando gli impianti fotovoltaici non producono e anche l'eolico è molto meno efficiente.
La scommessa del prossimo decennio sarà quella di immagazzinare l'energia in grandi accumulatori e batterie domestiche. Forse "L'Era delle Batterie" riuscirà a farci uscire dall'Era del Petrolio. Elon Musk nel novembre 2017 ha inaugurato la più grande "batteria" del mondo: un impianto Tesla collegato a una centrale eolica in Sudafrica, in grado di immagazzinare energia per 30.000 abitazioni. La produzione di accumulatori efficienti e sempre meno costosi è la nuova frontiera e sta attirando investimenti sempre più rilevanti. L'azienda leader Microvast ha ricevuto 400 milioni di investimenti nel primo semestre 2017 per sviluppare le sue innovative batterie per mezzi elettrici. La concorrente Farasis ha superato i 700 milioni.
La ricerca sugli accumulatori è ancora concentrata sulle batterie a ioni di litio, perseguendo il miglioramento dell'efficienza e l'abbassamento dei costi. Ma si guarda anche oltre: Ionic Materials produce accumulatori senza cobalto e con polimeri solidi, più sicuri e meno costosi dei tradizionali. Oxis Energy sta sviluppando batterie a litio-zolfo con una efficienza cinque volte superiore a quelle a ioni di litio.
Le batterie salveranno il mondo? Oggi la strada da percorrere è questa: accumulare energia rinnovabile, che produciamo a costi sempre più bassi, per utilizzarla quando ci serve, negli edifici e nei mezzi di trasporto, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili fino alla loro totale eliminazione.


giovedì 2 agosto 2018

L'olocausto dei Rom


Il 2 agosto 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau furono sterminati 2.897 prigionieri di etnia Roma, che noi chiamiamo Rom. Erano uomini, donne e bambini. Si stima che i tedeschi e i loro alleati uccisero almeno duecentomila Rom, secondo alcuni storici quasi mezzo milione. Solo ad Auschwitz in totale ne furono uccisi diciannovemila. Al tempo la popolazione Rom di tutta Europa era attorno ai due milioni. Nella lingua rom questo genocidio si chiama Porrajmos. L'Unione Europea in questo giorno celebra l'Olocausto dei Rom.


Nel 2011 l'Unione Europea ha adottato una strategia per l'integrazione dei Rom, da attuare con strategie nazionali per i singolo stati membri. La strategia punta a migliorare l'integrazione e la qualità della vita delle popolazioni Rom in quattro aspetti principali: istruzione, occupazione, sanità e alloggio. Attualmente l'80% dei Rom vive in condizioni a rischio di povertà, contro il 17% della media UE. I risultati della strategia europea, esaminati nell'analisi di medio termine del 2017, non sono confortanti.
Il 25 ottobre 2017 il Parlamento Europeo ha adottato la risoluzione Aspetti relativi ai diritti fondamentali nell'integrazione dei rom nell'Unione europea: lotta all'antiziganismo [2017/2038(INI)]. Nel testo della risoluzione è scritto che "l'antiziganismo è una specifica forma di razzismo, un'ideologia basata sulla superiorità razziale, una forma di disumanizzazione e razzismo istituzionale alimentata da discriminazioni storiche, che si esprime, tra l'altro, attraverso la violenza, l'incitamento all'odio, lo sfruttamento, la stigmatizzazione e la più evidente forma di discriminazione".