lunedì 26 ottobre 2009

Conati di vomito

La premessa è necessaria: Marrazzo fa schifo. Non perché perde tempo e denaro con soggetti a mio avviso repellenti, ma perché mente ai giornali, alla famiglia, al partito, ai suoi elettori, al popolo che amministra. Proprio lui, diventato famoso nel ruolo televisivo di fustigatore e moralizzatore, prima di essere promosso presidente della regione Lazio per meriti populistici.
Il secondo punto è la tragica incapacità di una parte della sinistra di essere obiettiva. L'articolo pubblicato venerdì scorso su l'Unità a firma del direttore è vergognoso.
La terza è che le ignobili vicende di questo personaggio indecente, che pretende di farci credere che pagava 5000 Euro per una "prestazione" della Brenda o della Natalia di turno, rimbalzano addosso a Berlù il quale lo avverte il 21 ottobre che "c'è un filmato". Come fa il presidente del consiglio ad essere informato? Semplice, il filmato è stato offerto a un settimanale del gruppo editoriale guidato da sua figlia, che l'ha prontamente avvertito. Anzi Berlù secondo i resoconti di stampa addirittura "visiona le immagini".
Una brutta storia, cominciata con un uomo bugiardo e pericoloso, inadatto a svolgere qualunque ruolo pubblico. Passata attraverso lo squallido e inquietante mondo del sesso a pagamento e delle creature borderline con tettone e piselloni. Finita invece senza sorprese, come al solito. Con l'ennesimo, conclamato episodio di conflitto di interessi.

giovedì 22 ottobre 2009

Riferimenti dall'estremo oriente

FDG 091022 #468

The unconvenient Nobel prize

Clima, sindaci in prima linea

Tom Zeller, che scrive sul New York Times di energie rinnovabili e green economy, ha pubblicato un articolo sulla posizione degli enti locali nei confronti dei cambiamenti climatici. Il pezzo prende lo spunto dalla sottoscrizione della città di Mesa (500.000 abitanti, Arizona) del patto sul clima promosso dalla Conferenza dei Sindaci d'America. Quella del sindaco di Mesa è stata la millesima firma (nel frattempo sono già 1010) del patto promosso nel 2005 dal sindaco di Seattle Greg Nickels, che impegna le autorità locali a rispettare i limiti di emissioni del protocollo di Kyoto, che gli USA non hanno mai sottoscritto.
Quello che sta accadendo in America succede anche nel resto del mondo, Italia compresa. La Carta delle Città e dei Territori per il Clima, promossa dal Coordinamento Agende 21 Locali assieme ad ANCI e UPI, è stata virtualmente ignorata dal governo ma firmata da molti enti locali, tra i quali i comuni di Roma e Milano.
Tom Cochran, direttore della conferenza dei Sindaci d'America ha dichiarato a Zeller: "Nella mia esperienza i sindaci hanno sempre cambiato le abitudini della gente, dai diritti civili al riciclo dei rifiuti. I problemi si avvertono alla scala globale o nazionale, ma si affrontano prima di tutto al livello locale".

lunedì 19 ottobre 2009

Piovono rane sul triello

Su Piovono rane, ormai considerato il blog più letto d'Italia, Alessandro Gilioli de L'Espresso traccia un quadro da osservatore distaccato del confronto tra i tre candidati alla segreteria del PD.
Mi sembrano commenti interessanti, come quando scrive che:
A me Franceschini quando fa il duro sembra sempre un topo che squittisce - insomma totalmente fuori ruolo per un pallido boy scout democristiano - ma questa è un’impressione soggettiva ed epidermica, non voglio essere offensivo verso chi lo sceglierà.
O ancora, riguardo a Ignazio Marino:
Marino è chiaramente il leader politico di un altro Paese, assai più moderno del nostro: un Paese dove si parla di Web e di banda larga, di merito e di coerenza, di principi e non di convenienza. Non credo che l’Italia sia pronta per lui, e non è che lo dico con il sorriso sulle labbra.
Sarebbe belo dimostrare il contrario.
Qui c'è il testo completo.

World Food Day

Venerdì scorso si è celebrata la giornata mondiale dell'alimentazione, che in inglese si chiama in modo più diretto World Food Day. L'iniziativa parte dalla FAO, che nell'occasione ha festeggiato il suo 64° anniversario.
Secondo la FAO oggi nel mondo ci sono 1.02 miliardi di persone malnutrite, con un incremento di 105 milioni rispetto allo scorso anno. Il 70% vive in aree rurali legate a una economia agricola.
Il World Food Day è stato ricordato dal sindaco di Roma Alemanno (il quartier generale FAO è a Roma) e dal Papa. Non ho recuperato note o commenti da parte del governo italiano.

domenica 18 ottobre 2009

Barroso II, la vendetta?

Mentre in Italia ci appassioniamo sul colore dei calzini di un giudice il resto dell'Europa pensa alla prossima Commissione che Jose Manuel Barroso dovrà nominare alla guida dell'Europa a 27.
Anche su questo pesano le incertezze della Cekia, ultima nazione rimasta per ratificare il trattato di Lisbona. La Commissione Europea dovrebbe insediarsi con la certezza che il trattato sia in vigore, così fonti di Bruxelles hanno fatto trapelare la possibilità che il prossimo Consiglio Europeo, l'organo che comprende tutti i capi di stato, possa decidere di prolungare il mandato della Commissione attuale fino a quando la posizione di Praga sarà chiarita, probabilmente fino al 1 gennaio 2010. La riunione dei 27 leader è in programma per il 29-30 ottobre.
Nel frattempo si lavora al toto-comissari. Come sarà composto il nuovo esecutivo? L'opinione pubblica italiana non sembra particolarmente interessata, ma le voci danno per riconfermato l'attuale commissario. Non sapete chi sia? Non sentitevi in colpa, pochi lo ricordano. Noi ci occupiamo normalmente di calzini.
Si tratta di Antonio Tajani, Berlusconiano di ferro con un certo aplomb, che è succeduto a Franco Frattini ed è attuale commissario ai trasporti.
Il resto della Commissione è ancora in alto mare, anche se il prospetto di European Voice è un riferimento interessante. Di certo se ne andrà Stavros Dimas, commissario greco all'ambiente travolto dal ribaltone delle ultime elezioni politiche. Lascerà anche Margot Wallstrom, vicepresidente svedese con due mandati alle spalle. Sono dati in uscita anche i commissari di Francia, Germania e Regno Unito.
Secondo alcuni osservatori il secondo mandato potrebbe essere l'occasione per Barroso, ormai libero da ricatti e condizionamenti, di non sottostare alle pesanti influenze di Francia e Germania. Tra le molte voci che circolano si parla anche di una nuova direzione generale sul clima, che dovrebbe porsi a metà tra ambiente ed energia.
Intanto gli occhi restano puntati su Praga e sui capricci del bizzoso presidente ceco Vaclav Klaus.

Svelato il mistero dei calzini

Sostenibilitalia è in grado di svelare il mistero dei calzini turchese indossati dal giudice Mesiano.
Non c''è nulla di stravagante. I calzini in realtà erano bianchi ma Mesiano li ha messi in lavatrice assieme a un paio di jeans nuovi.

sabato 17 ottobre 2009

Ultimate Miles

La Sony Music ha annunciato l'uscita di The Complete Miles Davis Album Collection, un cofanetto di 70 CD e un DVD con l'opera omnia del più grande di sempre. I dischi riproducono fedelmente le copertine originali e ci sono molti inediti, un libro di 250 pagine con biografia, note e discografia. Nel DVD un concerto del 1967 a Stoccolma con il mitico quintetto dove con Miles suonavano Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter, and Tony Williams.
La collezione sarà disponibile nella seconda metà di novembre, con qualche differenza nella data di pubblicazione a seconda dei paesi. La prima uscita è programmata in Francia il 16 novembre.
Amazon in America lo vende a 328 $, che sono 220 € più la spedizione e le insidie della dogana, che purtroppo ultimamente spesso chiede dazio.
Ma in Europa sempre Amazon accetta preordini in Francia e in Germania per 167 €, con qualche centesimo di differenza.
Ancora meglio a Londra, dove Amazon dal 23 novembre spedirà il cofanetto per 140 sterline ovvero 154 €. E siccome siamo in Europa non dobbiamo subire dazi e altri balzelli doganali.
Ho trovato cosa scrivere nella mia lettera a Babbo Natale.

Energia a dondolo

La Murakami Chair (foto) del designer americano Rochus Jacob ha vintro il concorso Green Life indetto da Designboom, al quale hanno partecipato 3079 designer di 96 nazioni.
La Murakami Chair è una sedia a dondolo che grazie a una nano-dinamo trasforma le sue oscillazioni in energia, con la quale illumina una lampada a LED. La sedia contiene anche una batteria che immagazzina l'energia prodotta di giorno.

giovedì 15 ottobre 2009

FDG 091015 #467

Appunti estivi

Blog Action Day

Oggi è il Blog Action Day 2009, nel quale 8.016 blog di 142 paesi pubblicheranno un post sul tema dei cambiamenti climatici.
Sostenibilitalia segue le tematiche del clima da sempre e quindi partecipa volentieri all'iniziativa, anche se i dubbi sul buon esito della COP 15 di Copenhagen si fanno sempre più pesanti. Le due settimane di negoziati dei Climate Talks di Bangkok si sono concluse con progressi modesti. Resta ancora una settimana per raggiungere un accordo, la sessione di Barcellona dal 2 al 6 novembre. Cinque giorni frenetici, in cui si cercherà di concludere il percorso cominciato due anni fa a Bali.
Oltre ai negoziati ufficiali ci si muove su altri tavoli. Gli Stati Uniti hanno in programma incontri bilaterali con Cina e India, cercando sintonia con le due grandi economie emergenti. Obama incontrerà il presidente cinese Hu Jintao a Pechino il 16 novembre, per poi ospitare la settimana dopo il premier indiano Manmohan Singh alla Casa Bianca. La partita è ancora aperta, ma il conto alla rovescia, come si vede qui a destra, scorre inesorabile.

Ancora sul gioco sporco

Ivan Scalfarotto in una nota pubblicata sul suo blog intitolata Il trappolone fa una riflessione molto sensata:
Peraltro, per chiudere l’accordo su questa polpetta avvelenata il consenso di Marino non è per nulla necessario. Basterebbe che Bersani e Franceschini annunciassero unilateralmente, anche da soli, che se arriveranno secondi rifiuteranno i voti del terzo piazzato, lasciando il campo a chi dei due arrivasse primo. Se non lo hanno fatto ci dev’essere un motivo: forse che non sono per nulla sicuri che Marino arrivi terzo.
Anche Luca Sofri su Wittgenstein trova piuttosto imbarazzante che chi si oppone al lodo Alfano sia disposto a cambiare le regole con una "bevuta al bar".

mercoledì 14 ottobre 2009

Gioco sporco

Per fortuna Eugenio Scalfari non è il regista della sinistra italiana, come sostiene il presidente del consiglio. Così la proposta di Scalfari di modificare in corsa le regole delle primarie del PD non passa, ma solo perché si oppone Ignazio Marino.
Bersani e Franceschini, con alcune sfumature, avevano detto di sì a quello che qualcuno ha già chiamato il Lodo Scalfari.
Naturalmente ognuno dei tre candidati fa i suoi interessi. Bersani e Franceschini, sostenendo che il più votato vince anche senza maggioranza, intendono depotenziare la candidatura di Marino, per ora molto distanziato dagli altri due concorrenti nei voti dei circoli. Bersani e Franceschini invitano in questo modo alla scelta del famigerato "voto utile", perché per vincere non servirebbe più un plebiscito ma basterebbe una scheda in più.
Ignazio Marino da parte sua è partito da una posizione fortemente svantaggiata, ha superato l'esame più difficile, quello dei circoli, e adesso ha tutto il diritto di verificare il consenso che può ricevere nelle primarie aperte agli elettori, che rappresentano il passaggio essenziale della democrazia del PD.
Gli sponsor di Franceschini e Bersani naturalmente si fanno sentire. Sono molti, ben collocati e autorevoli. Come Piero Fassino che dichiara ''La disponibilità di Franceschini e Bersani ad accettare questa proposta è un atto di responsabilità a cui mi auguro voglia associarsi anche Ignazio Marino, non ostacolando così una scelta che raccoglie quella forte domanda di unità e serenità che viene dalla nostra gente''.
L'unità e la serenità non sono state al centro dei pensieri di Bersani e Franceschini nella stagione del voto dei circoli. Ambedue hanno rifiutato un confronto con Marino, forti del loro radicamento tra gli iscritti e del fatto che non conveniva dare un palcoscenico alla pari al terzo incomodo. La grande stampa e le TV nei mesi scorsi hanno concesso a Marino spazi risibili, cercando di ridurre le primarie a un duello Franceschini-Bersani e considerando Ignazio Marino l'Adinolfi di turno, con tutto il rispetto.
Adesso che Marino ha superato l'esame dei circoli ed è un candidato a pieno titolo la sua visibilità è aumentata in modo esponenziale, come i consensi alla sua mozione.
Cambiare in corsa le regole del gioco non è solo profondamente scorretto, è anche un modo discutibile di cercare di ridimensionare Marino e tornare alla logica della resa dei conti tra i due candidati di apparato. Inoltre non è chiaro dove Franceschini, Bersani e tutti i grandi nomi del PD che oggi invocano "unità e serenità" fossero quando lo statuto e il regolamento del partito sono stati approvati.

Tutti nelle case, ma dei parenti

Dalla pagina su facebook di Ivana Ficarra copio la "torta" qui sopra che illustra la situazione degli alloggi per i terremotati abruzzesi.
Le persone ancora ospitate negli alberghi e nelle caserme sono 13.726 (766 nella caserma della Guardia di Finanza de L'Aquila). Altri 6.423 sono ancora nelle tendopoli, mentre 9.037 sono ospitati da parenti e amici o in abitazioni con canone di affitto concordato.
Solo il 5% è stato trasferito nelle abitazioni costruite exnovo o nelle casette di legno.

FDG 091014 #466

Spiaggia libera, Barcelona

martedì 13 ottobre 2009

Moda sostenibile

Si è conclusa domenica scorsa la Portland Fashion Week 2009, la principale rassegna di moda sostenibile. Nata nel 2003, la Portland Fashion Week si svolge nella città capitale dell'Oregon, considerata la città più sostenibile d'America. non sono solo i capi che sfilano ad essere ecologici, ma le stesse passerelle e anche gli hotel sono ecocertificati.
Un report quotidiano delle collezioni racconta quanto succedeva in passerella e dietro le quinte.

Blog Action Day

lunedì 12 ottobre 2009

Varsavia sì, Praga forse

Sabato scorso il presidente polacco Lech Kaczynski ha sottoscritto il trattato di Lisbona. Non è stata certo una decisione frettolosa, visto che il parlamento polacco aveva dato il suo via libera 557 giorni fa. Kaczynsky aveva annunciato che il suo si sarebbe dipeso dall'esito del referendum irlandese ed è stato di parola.
La sigla del trattato, alla presenza di Barroso e della presidenza di turno svedese, è stata condita da un fuori programma interessante, quando la prima penna usata da Kaczynski non voleva saperne di funzionare. La seconda però non offriva scuse.
Per ratificare il trattato di Lisbona manca un solo paese, la Cekia. Che il mondo chiama Repubblica Ceca per oscuri motivi, visto che non parliamo di Repubblica Slovacca o di Regno di Spagna.
A Praga c'è un bizzarro presidente della repubblica, Vaclav Klaus, che rifiuta di esporre la bandiera dell'Europa sulla sua residenza e nega l'esistenza dei cambiamenti climatici. Il semestre di presidenza ceca della prima metà del 2009 è stato uno dei più imbarazzanti della storia d'Europa, assieme a quello italiano del 2003.
Il parlamento ceco ha già approvato il trattato, ma serve la ratifica del presidente. Oggi Klaus sa di non avere più scuse, ma alza il prezzo e chiede modifiche dell'ultima ora al trattato. In una dichiarazione ufficiale il presidente ceco definisce il trattato "un passo nella direzione sbagliata" e lamenta le conseguenze giuridiche, particolarmente per le possibili rivendicazioni dei Cechi di origine tedesca espulsi dal paese dopo il 1945. Klaus la definisce "una minaccia ai diritti di proprietà".
La Francia e la Bulgaria hanno già chiarito che nessuna modifica o postilla al trattato di Lisbona è più ammissibile. L'Europa punta a una ratifica del trattato entro l'anno. Praga per ora non commenta.

domenica 11 ottobre 2009

Vil denaro

Il New York Times ha chiesto che fine debba fare il milione di Euro del premio Nobel per la pace assegnato a Barack Obama.
Ecco cosa pensano i lettori.

Ignazio Marino Segretario del PD

L'intervento di Ignazio Marino alla convenzione nazionale del Partito Democratico.

Un uomo anziano e ormai inaffidabile

Oggi il presidente del consiglio era alla festa del PdL di Benevento, dove ha detto che "Le accuse sui giornali italiani e certa stampa estera sputtanano non solo il presidente del consiglio, ma anche la nostra democrazia e il nostro paese". Per dirla più chiara riporto la dichiarazione lanciata da ADNKronos e pubblicata da Libero: "Ho avuto da molti mie colleghi tanti complimenti per quello che l'Italia ha fatto in politica estera. Nessuno, infatti, ci da merito. I giornali italiani e ormai anche quelli esteri, imbeccati da qualche giornale italiano, muovono accuse assurde e ridicole contro il presidente del Consiglio. Sono accuse che ci fanno male e che sputtanano non solo l'attuale premier ma la democrazia, il nostro paese e i nostri prodotti che invece dovrebbero avere un'immagine dell'Italia bella, forte e non inquinata da tutto ciò che si legge sulla stampa e anche su quella estera da qualche mese a questa parte. Noi stiamo facendo dei miracoli per migliorare questo paese e invece...".
Oggi su il Giornale di famiglia l'ineffabile direttore Feltri attacca il presidente Napolitano accusandolo di non avere tenuto fede a un "patto" stipulato con Berlù per l'approvazione del lodo Alfano. Nessun commento o presa di distanza dal presidente di consiglio e dalla sua corte.
Berlù oggi se la è presa anche con il Partito Democratico dicendo - indovina - che sono i soliti comunisti. Non ha mancato di prendersela anche con gli ambientalisti, dichiarando che "Dobbiamo dire grazie agli ecologisti ossessivi della sinistra che hanno voluto che si distruggesse qualunque possibilità di andare avanti con l'energia nucleare".
Il presidente del consiglio continua inoltre a rivendicare di essere acclamato dal "popolo", che gli tributerebbe un consenso del 70%. Su Repubblica di oggi Ilvo Diamanti spiega che non è esattamente così.

sabato 10 ottobre 2009

Terrorismo liquido

Chi sperava in un allentamento delle norme di sicurezza sui liquidi in aereo è stato profondamente deluso: l'Unione Europea conferma le attuali restrizioni e annulla la scadenza dell'aprile 2010, quando non sarebbe stato più proibito portare bottiglie o altri liquidi a bordo degli aerei. Le rigorose norme anti liquidi, introdotte nel novembre 2006, riguardano i 27 paesi dell'Unione più Albania, Islanda, Kosovo, Norvegia, Russia, Serbia, Svizzera e Ucraina.
Oggi le regole permettono di portare nel bagaglio a mano solo dei contenitori di massimo 100 cc, fino al totale di un litro, contenuti in una busta ziplock trasparente. Se vi regalano una bottiglia di vino la dovete buttare, a meno che non possiate metterla in una valigia da caricare in stiva. Tempo fa a Parigi uno zelante addetto alla sicurezza mi ha sequestrato una borsa di patè e formaggi molli destinati ad una cena tra amici. Paté e camembert sono assimilati ai liquidi, anche se racchiusi in imballi sigillati.
La questione è ridicola, per vari motivi. Il più evidente è che chi porta gonne ampie o pantaloni larghi può riempirsi le tasche di paté, camembert e bottiglie varie senza problemi, visto che non sono riconosciuti dal metal detector sotto cui passano le persone. "Vogliamo eliminare questi disagi" ha detto il commissario italiano UE ai trasporti Antonio Tajani, annunciando l'eliminazione delle restrizioni entro il 2014. Tuttavia i divieti resteranno in vigore ovunque almeno fino al 2012, perché le tecnologie in grado di permettere agli scanner dei bagagli di individuare esplosivi nei liquidi sono in grave ritardo. Inoltre nel 2012 (l'Airport Council International chiede già oggi di rinviare al 2013) l'Unione Europea renderà obbligatoria la dotazione di scanner di nuova generazione solo per gli aeroporti maggiori, con oltre dieci milioni di passeggeri.
Nel frattempo, se vi regalano una bottiglia, bevetela in loco.

FDG 091010#465

Cairo

venerdì 9 ottobre 2009

Copenhagen -58

Si sono chiuse oggi le due settimane di negoziati sul clima di Bangkok. Come? Senza che nessuno possa esultare.
I due gruppi di lavoro ad hoc hanno continuato a riunirsi e a dividersi in sottogruppi informali. Le divergenze tra occidente e paesi di sviluppo restano vistose, anche se qualche progresso è visibile.
Mancano poche settimane alla COP 15 di Copenhagen e solo un'altra settimana di negoziati preliminari, dal 2 al 6 novembre a Barcellona. Nella conferenza stampa finale il segretario dell'UNFCCC Yvo deBoer (videolink sotto) ha descritto le due settimane di Bangkok come "molto costruttive" aggiungendo che "gli elementi per costruire un accordo a Copenhagen sono sul tavolo".
Per ora il risultato più concreto ottenuto dai 4000 delegati presenti a Bangkok sembra essere la riduzione del documento prodotto a Bonn, che dalle 280 pagine iniziali è stato limato a circa 100.
Le notizie da Bangkok sono ancora frammentarie. Sostenibilitalia approfondirà nei prossimi giorni.

martedì 6 ottobre 2009

Il ministro invisibile dell'ambiente

Dopo la fine de L'Infedele faccio un giretto e su Porta a Porta registro la presenza di Presty, il ministro invisibile dell'ambiente. Si parla naturalmente del disastro di Messina.
In una intervista a La Stampa di sabato scorso Stefania Prestigiacomo aveva detto "Noi quest'anno per la difesa del suolo abbiamo 50 milioni. Per il 2010 sapete quanto c'è? Zero". E poi: "Con la Finanziaria di quest'anno tutti i miei fondi vanno a zero: difesa del suolo, protocollo di Kyoto, mare, bonifica, tutto". E infine: "Chiaramente ne dobbiamo parlare adesso in sede di Finanziaria, perché altrimenti così il ministero dell'Ambiente chiude i battenti".
Secondo me è colpa del governo Prodi e dei comunisti.

lunedì 5 ottobre 2009

La nuova Grecia di sinistra

La Grecia vota a sinistra, verdetto anomalo in una Europa sempre più conservatrice. Il PASOK di George Papandreou (foto) vince le elezioni anticipate con il 43.9% dei voti, che con i meccanismi premiali equivalgono a 160 eletti che fanno la maggioranza dei 300 seggi parlamentari.
Al contrario i conservatori del premier uscente Karamanlis con il 33.5% registrano il peggiore risultato degli ultimi 30 anni. Il presidente greco Karolos Papoulias ha affidato oggi a Papandreou il compito di formare il nuovo esecutivo, che sarà un monocolore.
Il cambio di governo arriva dopo due anni dalle elezioni del settembre 2007, quando la destra vinse le consultazioni con una maggioranza molto stretta. Già allora molti avrebbero scommesso su una vittoria del PASOK, alimentata dal malcontento del paese verso la gestione dei grandi incendi che avevano devastato il paese nel corso dell'estate. Invece il premier conservatore Karamalis, in carica dal 2004, riuscì a resistere, anche se qualcuno diceva maliziosamente che sarebbe bastato il ritardo di un traghetto o di un volo dalle tante isole del paese a fargli mancare la maggioranza parlamentare. Poi le recenti dimissioni di un eletto avevano ridotto a un solo voto lo scarto sull'opposizione, abbastanza da convincere Karamanlis a convocare elezioni anticipate.

sabato 3 ottobre 2009

Buona la seconda

In seconda battuta l'Irlanda ha votato sì al trattato di Lisbona, sedici mesi dopo la prima consultazione negativa. Questa volta i sì sono addirittura il 67%, con una affluenza al voto del 58%. L'Irlanda è l'unico dei 27 paesi dell'Unione che ha indetto un referendum per l'adesione al trattato. L'esito contrario della prima consultazione era stato devastante, addensando fosche nubi sul futuro dell'Europa.
L'Irlanda, dopo anni di crescita vertiginosa dovuta anche ai benefici di essere in "obiettivo 1" europeo, oggi è in piena crisi. Le cose a Dublino vanno molto peggio di sedici mesi fa, e questo avrà certo influito sull'elettorato.
Adesso per ratificare il trattato di Lisbona mancano i pareri di Polonia e Ceckia. Il presidente polacco e gemello superstite Lech Kaczynski dovrebbe firmare l'adesione nei prossimi giorni. A Praga le cose sono leggermente più complicate per via del bizzoso presidente euroscettico Vaclav Klaus, che attende l'esito di un ricorso alla corte costituzionale presentato da alcuni parlamentari che lo fiancheggiano. La motivazione addotta sarebbe che il trattato crea un "superstato" che viola i diritti e l'indipendenza della nazione ceca. Secondo alcune fonti il verdetto dovrebbe arrivare entro tre settimane, secondo altre ci vorrà molto di più. Forse mesi.
L'esito del ricorso di Praga è seguito con grande attenzione in Gran Bretagna, dove si vota per il governo tra otto mesi con i conservatori favoriti. Il premier in pectore dei tories David Cameron non gradisce il trattato e ha già dichiarato che, se al suo insediamento qualche nazione non si sarà ancora espressa, indirà un referendum popolare. Secondo i sondaggi gli Inglesi voterebbero contro, mandando tutto a rotoli.
Siamo in mano ai giudici costituzionali di Praga.

FDG 091003 #463

Greetings from Cairo

venerdì 2 ottobre 2009

I conti della Banca Mondiale

Mentre a Bangkok proseguono i negoziati sul clima la Banca Mondiale ha diffuso le sue stime su quanto costerà l'adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, che sono quelli che pagheranno il prezzo più alto.
Lo studio della Banca Mondiale si riferisce al periodo 2010-2050 e parte da una ipotesi di aumento delle temperature del pianeta di due gradi. Sono stati presi in considerazione sette stati campione: Bangladesh, Bolivia, Ethiopia, Ghana, Mozambico, Samoa, Vietnam. Il risultato è una previsione di spesa di 75-100 miliardi di dollari l'anno, ovvero dai 50 ai 70 miliardi di Euro.
Lo studio è stato finanziato da Olanda, Gran Bretagna e Svizzera ed ha due obiettivi principali. Il primo è produrre una stima globale della spesa per l'adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, dimostrando in pratica che questi non possono sostenere costi così rilevanti con le proprie risorse. Il secondo è quello di sensibilizzare i governi dei paesi interessati perché valutino con attenzione quanto può accadere e tutelino in particolare le comunità più a rischio.
Il testo completo del rapporto è qui.