venerdì 30 novembre 2007

Vertigini urbane

L'architetto Cesare Casati, che da allievo di Gio Ponti ha partecipato alla progettazione del Pirellone di Milano, non ha gradito l'anatema sui grattacieli lanciato su RAI1 da Adriano Celentano. Casati, che ha due anni più di Celentano, attacca duramente Adriano e i suoi sodali: "Questi signori, per impotenza creativa, non potendo immaginare un futuro migliore si rivolgono al passato, perché il futuro fa paura agli stupidi".
Celentano si appella alla Moratti e a Berlusconi per non vedere realizzati i nuovi progetti urbani di Milano. Nel frattempo a Torino si levano gli scudi contro il grattacielo progettato da Renzo Piano per Intesa-Sanpaolo. Secondo i detrattori, tra i quali il direttore della newsletter Ecodallecittà Paolo Hutter, lo skyline torinese non deve avere elementi svettanti oltre la Mole Antonelliana.
Gli edifici alti non vanno demonizzati. Occupano meno spazio di quelli più bassi, agevolano la mobilità e possono essere molto efficienti in termini di consumi. Naturalmente ci sono grattacieli belli e brutti, esattamente come le case normali. Ma le levate di scudi a priori non hanno senso e rischiano di alimentare la teoria conservatrice che negli ultimi cinquanta anni ha cancellato l'evoluzione urbana in Italia. Questo Horror novi accomuna intellettuali bacchettoni di sinistra e destra, uniti nel concetto che il meglio che possiamo fare per le nostre città è conservarle come sono, o meglio come supponiamo che fossero.
Nel frattempo il sindaco di Parigi Bertrand Delanoe chiede deroghe al limite di altezza di 37 metri fissato dal piano regolatore per poter costruire grattacieli in periferia. E le principali città europee, da Londra a Mosca a Berlino, continuano a mettere in cantiere grandi trasformazioni urbane.

2 commenti:

  1. La mia avversione (sentimentale) a grattacieli superiori a 100 metri nelle città italiane può essere accantonata, se i cittadini sono d'accordo e i Beni Culturali anche. In generale il ragionamento di Emilio può essere valido. Ma nel concreto di quel che sta succedendo a Milano e Torino il problema è che i progetti in campo non servono a ridurre il consumo di suolo ma solo a riempire fino all'inverosimile le poche aree libere in città.

    RispondiElimina
  2. ..nel frattempo nella città d'acqua per eccellenza non si riesce ancora ad inaugurare il ponte...

    RispondiElimina