I commenti del dopo Bali sono quasi tutti positivi, soprattutto alla luce dello stallo nei negoziati che ancora sabato pomeriggio sembrava dovesse portare ad un nulla di fatto. Fino a quel momento tre paesi sottoscrittori del Protocollo di Kyoto ma "scettici" (Canada, Giappone e Russia) e il grande oppositore del trattato (Stati Uniti) avevano impedito qualunque risoluzione condivisa. Poi la posizione di Canada e Giappone si è ammorbidita, causa il pressing diplomatico soprattutto della Alleanza dei Piccoli Stati Insulari (Alliance of Small Island States, AOSIS). Questo ha isolato la Russia, che ha scelto una posizione defilata senza più opporsi. Infine la decisione americana di sottoscrivere il documento finale ha permesso di dare vita per la prima volta ad una vera alleanza globale per la road map verso la COP 15 di Copenhagen 2007.
Nei complessi meccanismi diplomatici le comparse possono recitare ruoli da protagonista. I piccoli stati isola all'ONU sono 37 e la logica di "una nazione un voto" rende la AOSIS una lobby molto influente. La conferenza di Bali è stata anche la COP più seguita dai media, con una attenzione e una visibilità che può avere messo in difficoltà alcuni paesi particolarmente attenti alla loro immagine. Non è un caso che le posizioni di USA e Canada, ad esempio, siano cambiate radicalmente quando si è passati dai negoziati a porte chiuse alla plenaria finale. A nessuno piace il ruolo di "cattivo planetario" e sotto questo aspetto la trasparenza può provocare conseguenze imprevedibili.
Sul fronte emotivo ha pesato certamente molto anche l'adesione a Kyoto del nuovo governo laburista australiano, formalizzata in diretta proprio a Bali. E può avere avuto un certo peso il ruolo centrale che il Segretario Ban Ki-moon ha riservato alle politiche sul clima nell'agenda delle Nazioni Unite, ribadito dall'evento organizzato dall'ONU lo scorso 24 settembre a New York alla presenza di oltre 70 capi di stato e di governo.
Ora la strada verso Copenhagen 2009 è tracciata. Il primo incontro del gruppo di lavoro che dovrà redigere la bozza del nuovo trattato è previsto ad aprile 2008 ad Accra, Ghana. Ma forse il più importante contributo alla nuova alleanza mondiale per il clima arriverà nel novembre 2008, data delle elezioni presidenziali americane.
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