Martedì scorso l'Ungheria ha firmato un accordo quadro con il Giappone per la vendita di crediti di emissioni. Ambedue le nazioni sono alla loro prima esperienza nel mercato del carbonio. Il Giappone ha ratificato il protocollo di Kyoto ma, anziché ridurre le emissioni del 6% rispetto al 1990, le ha aumentate del 7,8% (dati 2005). L'Ungheria, come tutti i paesi dell'ex blocco sovietico, ha oggi emissioni molto più basse rispetto agli anni '80, principalmente per la chiusura delle industrie pesanti. Secondo i calcoli l'Ungheria può vendere 10 milioni di tonnellate di crediti di carbonio, che sul mercato valgono circa 125 milioni di Euro, ma i dettagli sulle quantità e il costo della cessione ai giapponesi saranno definiti solo il prossimo anno.
L'unico precedente simile è l'accordo stipulato tempo fa tra Olanda e Lettonia. Per le economie ricche acquistare crediti di emissioni è il modo più semplice per raggiungere gli obiettivi di riduzione di Kyoto senza realizzare interventi strutturali. Il sistema dell'emission trading è destinato a diffondersi sempre più ed è stato pesantemente criticato per i suoi risvolti assai poco etici.
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