La Bosnia Herzegovina ha avviato formalmente il suo percorso verso l'Unione Europea con la stesura del documento fondamentale, l'Accordo di Associazione e Stabilizzazione con la UE (Stabilisation and Association Agreement, SAA). L'evento è stato celebrato martedì scorso a Sarajevo dal Commissario UE all'allargamento Rehn e dal primo ministro bosniaco Spiric. Era atteso anche Solanas, ma l'aereo del "ministro degli esteri" della UE non è riuscito ad atterrare per il maltempo.
La Bosnia era rimasta l'unica nazione della ex-Yugoslavia a non avere relazioni con Bruxelles. Il paese è ancora in una fase complessa, con due entità separate, la Repubblica Serba Srpska e la Federazione Musulmano-Croata, ognuna delle quali ha il proprio governo, parlamento e polizia. L'avvio della procedura SAA coincide con la peggiore crisi politica del paese dai tempi della guerra civile 1992-95: lo scorso ottobre i Serbi, che si oppongono alla centralizzazione dei poteri, avevano minacciato il blocco del parlamento federale provocando le dimissioni del primo ministro Spiric, anche lui Serbo. Tutto è rientrato con la cerimonia di martedì scorso, che ha segnato anche l'avvio del processo di unificazione delle forze di polizia.
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