Mentre l'Italia è concentrata sui capricci di Fisichella, Pallaro e Turigliatto il presidente della Commissione Europea Barroso ha presentato oggi al Parlamento di Strasburgo il piano europeo contro i cambiamenti climatici. Si tratta di un vero patto per il clima, basato sugli impegni presi dai governanti europei nel 2007 e adottato dall'esecutivo comunitario dopo lunghe discussioni e molta tensione.
Due giorni fa a Ginevra il segretario generale della Croce Rossa Internazionale Markku Niskala aveva ammonito che i cambiamenti climatici sono "la principale minaccia per l'umanità". Il documento europeo conferma l'impegno dei 27 a ridurre le emissioni del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Se gli altri paesi (in primis gli Stati Uniti) si porranno obiettivi altrettanto ambiziosi l'Unione Europea potrebbe alzare il suo obiettivo di riduzione al 30%. Sempre entro il 2020 la produzione di energie rinnovabili dovrà salire dall'attuale 8,5 al 20%, di cui la metà da biocombustibili (non senza polemiche: leggi il post effetti collaterali del 15 gennaio).
Un altro elemento di grande interesse, anche se più tecnico,sono le limitazioni al Clean Development Mechanism del Protocollo di Kyoto (CDM), ovvero al finanziamento di progetti per energia pulita nei paesi in via di sviluppo. Secondo la proposta UE questi progetti potranno essere realizzati solo nei paesi che aderiranno al nuovo protocollo sul clima, che dovrebbe essere ratificato alla COP 15 di Copenhagen 2009. Considerando che il CDM trova applicazione primaria in nazioni come Cina, India e Brasile questa mossa sarebbe cruciale per spingerle a sottoscrivere il nuovo accordo.
Secondo il presidente Barroso le misure contenute nel patto costeranno ai paesi membri dallo 0,5 allo 0,6 del PIL (circa 150€ l'anno per cittadino europeo), mentre altri analisti stimano un 1%. Sempre secondo la Commissione non intervenire comporterebbe perdite dal 5 al 20 per cento del PIL a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Le lobby industriali hanno fortemente osteggiato il provvedimento, invano.
Molte nazioni europee hanno giudicato positivamente le nuove norme. Secondo la Gran Bretagna si tratta di "un segnale per il mondo". Da Mastella e Dini nessun commento.
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