sabato 15 marzo 2008

Energia, l'Europa non fa sconti

Il Consiglio Europeo concluso ieri a Bruxelles ha discusso a lungo dei problemi di applicazione del pacchetto energia chiamato "Due volte 20 x 2020" licenziato due mesi fa dalla Commissione. Il documento di gennaio seguiva una decisione presa dal Consiglio Europeo lo scorso anno, ovvero la riduzione del 20% delle emissioni e il 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020. Obiettivi ambiziosi che comporteranno radicali cambiamenti sociali ed economici in tutta Europa. Abbastanza da impensierire Angela Merkel, che ha vivacemente sostenuto gli interessi dei costruttori di auto tedeschi, a suo dire penalizzati nei confronti di chi produce macchine meno potenti e lussuose. Anche la Polonia, molto legata al carbone, ha chiesto di modificare le direttive sull'uso dei combustibili fossili, mentre Gordon Brown ha proposto una riduzione dell'IVA sugli elettrodomestici classe A+.
Dopo molte discussioni e resistendo alle pressioni dei singoli stati il Consiglio ha confermato l'impegno dell'Europa nella lotta ai cambiamenti climatici (ecco il comunicato finale), anche con il contributo di Javier Solana, che ha presentato un documento sulle ricadute politiche dei cambiamenti climatici (crisi del Darfur, migrazioni di massa in Bangladesh, instabilità in Medio Oriente, ecc.). Le resistenze delle lobby industriali hanno convinto i leader dei 27 ad aggiungere al punto 19 del documento una frase in cui si fa cenno alla "preoccupazione per la concorrenza che possono subire le industrie ad alta intensità energetica", ma nessuna deroga è stata concessa ai grandi inquinatori.
Anche gli obiettivi di energie rinnovabili restano inalterati (17% per l'Italia, che ne produceva solo il 5,2 nel 2005). Il nuovo governo italiano dovrà mettere in cantiere un piano nazionale per la riduzione dei consumi, l'efficienza energetica e la diffusione delle rinnovabili. E farlo anche in fretta. Veltrone su questo sembra abbastanza determinato, Berlù invece parla solo o quasi di nucleare. Ma il nucleare, oltre a essere costoso, insicuro e con tempi che vanno ben oltre il 2020 anche partendo domani, non è una energia rinnovabile. Dove investirebbe la destra per raggiungere la quota del 17%, visto che il capoclasse Tremonti ha sempre ironizzato sui "mulini a vento"?

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