Su Politico, autorevole sito americano di analisi e commenti, Elizabeth Drew spiega in modo efficace perché Obama sarà il candidato democratico alle presidenziali di novembre. La Drew indica tre ragioni principali:
1. Hillary Rodham Clinton è una figura talmente polarizzante che chiunque abbia simpatie repubblicane o sia indeciso con chi schierarsi non la voterà mai.
2. Togliere la nomination ad Obama per i democratici significherebbe essere abbandonati dall'elettorato nero per generazioni. Inoltre andrebbero persi tutti i nuovi elettori, in maggioranza giovani, che grazie ad Obama si sono impegnati per la prima volta. Stesso discorso per gli indecisi, molto più interessati ad Obama che a HRC.
3. Non va dimenticato che a novembre si vota anche per il congresso e i voti neri sono decisivi in moltissimi collegi che i democratici non vogliono perdere.
I successi di Billary in Ohio e Pennsylvania hanno fatto molto rumore ma gli analisti ricordano come nei due stati si siano svolte primarie "chiuse", riservate cioè agli elettori democratici già registrati. L'apparato del partito preferisce la Clinton, questa non è una novità. Ma dove le primarie sono state "aperte", permettendo di votare anche ai non registrati, Obama ha trionfato. Lo stesso è accaduto nelle assemblee chiamate caucus, dove prima si discute poi si vota. E comunque nel conto dei delegati Barack è sempre a +134.
I superdelegati sanno bene che il partito democratico non può permettersi di rinunciare alle nuove forze attirate da Barack Obama nè alla sua capacità di seduzione tra gli indecisi, che nelle elezioni di novembre saranno determinanti.
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