Potrebbe essere stato inebriato dal discorso new deal della neoeletta presidente Marcegaglia. Forse qualcuno gli aveva fatto un briefing frettoloso, o magari aveva parlato al cellulare con il capoclasse.
il ministro Claudio Scajola (foto), a nome del governo, ha detto oggi all'assemblea di Confindustria che ''entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione''.
La prima pietra non si nega a nessuno, anzi fa molto Belpaese, magari con la banda e il sindaco con la fascia tricolore. Costruire una centrale nucleare è un'altra cosa. Tanto che anche Edison, che in Italia per il nucleare è un riferimento importante, stima come possibile data di completamento per la prima centrale solo il 2019. Questo se tutto filasse liscio, senza imprevisti e complicazioni, peraltro scontati. Il Giornale di famiglia ha trasformato l'annuncio in un "Scajola: nucleare entro cinque anni". Propaganda.
Sostenibilitalia ha dedicato molto spazio ai risorgenti entusiasmi nucleari, basta seguire il tracciato dei vecchi post Clima e Kyoto. Ho cercato di mettere in primo piano le questioni cruciali, che non sono pregiudiziali ambientaliste. Si tratta di problemi di consenso politico, di disponibilità dell'uranio, di tempi di attesa per la costruzione del nocciolo dei reattori, di alti costi di realizzazione delle centrali e quindi dell'energia prodotta.
Senza contare la prevedibile difficolta a localizzare siti nucleari in una nazione dove si scatena una guerra civile per una discarica o un termovalorizzatore (ma adesso ci penserà Bertolaso, l'uomo che non deve chiedere mai).
Intanto il ministro Scajola promette una prima pietra entro il 2013. Qualcuno dovrebbe ricordare a lui e al capoclasse che l'Italia, secondo gli accordi sottoscritti dal Consiglio Europeo, entro il 2020 deve produrre il 17% di energia rinnovabile (oggi siamo al 5.2%) aumentare l'efficienza e ridurre i consumi del 20%.
Così ci mettiamo una pietra sopra.
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