domenica 31 agosto 2008

Tutta casa, fucile e petrolio

Il mondo sta scoprendo Sarah Palin, governatore dell'Alaska nominata dal repubblicano John McCain candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti. La nomina è in realtà meno sorprendente di quanto possa apparire, visto che già lo scorso maggio la Palin aveva confidato a Steve Mufson del Washington Post di far parte della rosa dei papabili.
Supermamma con cinque figli, la Palin è una autentica conservatrice che rivendica il diritto di possedere armi, rifiuta l'aborto e sostiene i principi di dio, patria e famiglia. Il capoclasse Tremonti sarebbe fiero di lei.
Nella foto qui sopra Sarah Palin è nel suo ufficio di governatore ad Anchorage, sul divano c'è la pelle di un orso grizzly ucciso da suo padre e sul tavolino una grancevola gigante di provenienza ignota. Notevole anche lo zatterone che indossa.
La Palin è anche favorevole alle trivellazioni in cerca di petrolio nelle lande incontaminate dell'Alaska, questione molto delicata che da lungo tempo impegna la politica americana. C'è molta resistenza a concedere nuove autorizzazioni alle trivellazioni petrolifere in Alaska e neppure la presidenza Bush, legata a doppio filo alle lobby petrolifere, è riuscita a superare le generali opinioni negative.
Anche i giornali italiani si stanno occupando di Sarah Palin, ma pochi hanno recuperato la notizia che la governatrice nello scorso maggio ha citato in giudizio il governo degli Stati Uniti per avere inserito l'orso polare nell'elenco delle specie in via di estinzione, ricorrendo nuovamente all'inizio di agosto. L'inclusione dell'orso polare nella lista delle specie in pericolo è stato motivato dalle minacce al suo habitat prodotte dal cambiamento climatico e dalla conseguente riduzione dei ghiacci polari.
Oggi sulla prima pagina di Repubblica c'è un un articolo accorato di Francesco Merlo sul triste destino di un gruppo di orsi polari dispersi nel mare di Chukchi, vittime dello scioglimento dei ghiacci (articolo anche troppo mieloso, secondo me). Anche La Stampa, Quotidiano Nazionale, Secolo XIX e varie altre testate hanno riportato con rilievo la notizia, che in realtà risale alla scorsa settimana (il Corriere della Sera l'aveva pubblicata il 22 agosto).
Secondo Sarah Palin gli orsi polari "stanno benissimo", non sono a rischio di estinzione mentre la decisione del governo di proteggerli è motivata da "modelli climatici incerti". Gli scienziati USA sostengono che nei prossimi 50 anni i due terzi della popolazione mondiale di orsi polari scomparirà a causa della riduzione dei ghiacci provocata dal riscaldamento globale.
Molti hanno sottolineato come le misure di protezione dell'habitat degli orsi polari limiteranno le possibilità di nuove trivellazioni petrolifere in Alaska. I rinvii alla loro applicazione causati dalle opposizioni legali del governatore Palin permetteranno di finalizzare le concessioni petrolifere offshore nel mare di Chukchi, che valgono 2.7 miliardi di dollari. Le entrate dello stato dell'Alaska derivano per l'85% da tasse e royalties sull'estrazione di petrolio e gas naturale. Nel mare di Chukchi vive il 20% degli orsi polari del pianeta.

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