Berlù, Scajola, Brunetta, Tremonti, Marcegaglia e il coro di centrodestra continuano a magnificare la conversione atomica delle politiche energetiche italiane. Otto centrali nucleari entro il 2025, questo l'obiettivo del nostro governo per abbattere del 20/25% le nostre emissioni.
Molti restano scettici sui tempi e i risultati, ma soprattutto resta misterioso capire cosa intende fare il governo in questo lungo "frattempo", che comprende anche la scadenza europea del 2020 e l'entrata in vigore del nuovo protocollo mondiale post-Kyoto, prevista per il 2012.
Con molto più senso pratico e grande coraggio il governo spagnolo ha approvato venerdì scorso un corposo pacchetto di misure per il risparmio energetico, la diffusione delle fonti rinnovabili e la riduzione dell'inquinamento. Secondo la Spagna l'energia del futuro sarà elettrica e l'esecutivo ha annunciato di volere un milione di auto elettriche nelle strade iberiche per il 2014.
Il piano, dal costo stimato di 245 milioni di euro, comprende 31 azioni tra cui spicca una riduzione del 20% dei limiti di velocità. Miguel Sebastian, ministro dell'industria, ha illustrato gli obiettivi del piano, che prevede una riduzione del 10% dei consumi per un risparmio di oltre 4 miliardi di euro l'anno. Nel triennio 2009-2012 la Spagna risparmierà da 5.8 a 6.4 milioni di tonnellate di petrolio.
Il "conto della serva" quindi vede 245 milioni spesi in cinque anni e quattro miliardi di risparmio previsti solo nel 2009. Perché l'apocalittico capoclasse Tremonti e la presidenta Marcegaglia non fanno una verifica di fattibilità economica con i loro eserciti di occhiuti economisti filoatomici?
La scorsa settimana il muscoloso ministro Scajola, inaugurando la centrale a carbone di Torrevaldaliga, ha coniato il nuovo ossimoro del "carbone pulito". Poi ha annunciato l'obiettivo italiano: ridurre i consumi italiani dell'1% all'anno da qui al 2020, in pratica la metà di quanto previsto nel patto sottoscritto con il resto dell'Europa. La Spagna, la cui economia è in una fase recessiva forse peggiore della nostra, ha programmato obiettivi dieci volte più ambiziosi.
Non è solo Zapatero a credere nelle auto elettriche. La General Motors ha scommesso tutto sulla Chevrolet Volt (foto) di cui vuole vendere 60.000 esemplari nel 2010, anno della sua uscita sul mercato. La Volt si ricarica con la spina, fa oltre 60Km con le sue batterie e ha un piccolo motore a scoppio di riserva. Secondo i piani della GM costerà circa 30.000 dollari, qualcosa meno di 20.000 Euro. E le prime Tesla hanno cominciato a circolare nelle strade americane.
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