Oggi Il Giornale si apre con un editoriale di Paolo Granzotto dal titolo "La balla spaziale" dedicato a confutare la realtà dei cambiamenti climatici. I toni sono sgradevoli e spesso volgari, nello stile popolar-fazioso del quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi. Si insultano gli scienziati dell'International Panel for Climate Change dell'ONU, si ridicolizza Al Gore e si tessono lodi sfrenate di Silvio Berlusconi, ovvio.
L'articolo non giustifica la sua veemente acredine con alcun dato scientifico e prende lo spunto dalle nevicate di questi giorni in nord Italia. Une nevicata è sufficiente per svillaneggiare con grevi toni da caserma tutto il mondo scientifico e quello politico. La cosa lascia ovviamente il tempo che trova, anche perché questo Granzotto non ha mai visto molto oltre il proprio naso ed è accecato dalla faziosità (resta memorabile la sua dichiarazione di qualche mese fa, quando scrisse che "Sarah Palin trascinerà Mc Cain alla vittoria" contro quello che lui chiamava con disprezzo "l'uomo nero").
Il punto non è un articolo scritto su un giornale fazioso da un giornalista aggressivo e volgare. Quello che colpisce è questa strana ostinazione della destra italiana a considerare il tema dei cambiamenti climatici una teoria di sinistra. E siccome tutto quello che è di sinistra è falsa propaganda comunista, a negarne non solo l'importanza ma la stessa consistenza scientifica.
Questo atteggiamento non trova riscontri in nessun altro paese. I governi di destra d'Europa, con Francia e Germania in testa, hanno compreso appieno non solo la reale minaccia dei cambiamenti climatici ma anche la straordinaria occasione di sviluppo e innovazione che ne può derivare per l'economia. Lo stesso Mc Cain aveva nel suo programma una politica sul clima molto ambiziosa.
Anche molti politici del PdL ed esponenti del governo di destra minimizzano l'emergenza clima e comunque sottovalutano la sua importanza. Il premier Berlusconi aveva dichiarato più volte lo scorso novembre che non si poteva parlare di clima in tempi di crisi economica, quasi che l'argomento fosse qualcosa di voluttuario.
Così, mentre USA, Francia, Germania, Regno Unito, Australia, Giappone e gli altri grandi paesi investono miliardi in nuove tecnologie e creano posti di lavoro, la destra italiana preferisce snobbare e sfottere, perdendo una occasione cruciale che sarà molto difficile recuperare.
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