La Commissione Nazionale per l'Energia (CNE) della Spagna ha appena diffuso le proprie stime, secondo cui nel 2008 sono stati collegati alla rete elettrica nazionale 3.1 GW di energia prodotta da pannelli fotovoltaici.
Di per se la notizia è ottima. Tre gigawatt corrispondono alla potenza di quattro/cinque centrali a carbone e portano il totale dell'energia solare prodotta in Spagna a 3,75 Gw. La rapida crescita è motivata da un programma di incentivi nazionali mutuato dall'esperienza pilota della Germania e che prevede, come in Italia, che l'energia solare sia acquistata dai gestori della rete elettrica a un prezzo fissato dal governo e superiore a quello di mercato. La Spagna ha reagito con un entusiasmo molto superiore a quanto stimato dal governo, che aveva previsto nuove istallazioni per massimo un gigawatt. La spesa necessaria a coprire gli incentivi e il ricarico sulla vendita ha preoccupato il governo Zapatero, che ha prima limitato il pagamento agli impianti completati entro il 28 settembre 2008, poi per il 2009 ha ammesso contributi solo per 500 megawatt di nuovi impianti, mentre il prezzo di vendita dell'energia fotovoltaica prodotta è stato ridotto fino al 29%.
La limitazione degli incentivi ha tramortito il mercato, tanto che un watt fotovoltaico sei mesi fa costava 3.5 Euro e oggi si vende per un prezzo tra 2.1 e 2.7 Euro. I pannelli fotovoltaici destinati al mercato spagnolo, molti provenienti da aziende di Cina e Taiwan, restano invenduti e gli ordini disdetti. Inoltre la corsa a completare gli impianti entro settembre ha portato a false dichiarazioni di fine lavori. Un'indagine svolta dalla CNE a fine ottobre 2008 ha verificato che di 287 impianti dichiarati completi solo 97 (il 44%) lo erano davvero.
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